Non so che lavoro fare…sono confuso…non ho le idee chiare su cosa fare…

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confusioneDiverse persone che mi contattano per un primo incontro di coaching gratuito mi dicono di essere confusi, di non sapere cosa vogliono veramente, qual è il lavoro veramente adatto a loro…

La confusione e il non avere le idee chiare ci portano spesso a girare intorno ai nostri pensieri, senza riuscire a concentrarsi su nessuno di questi, ci rendono immobili e paralizzati nell’azione.

Cosa fare per sbloccare questa situazione?

Alcuni tentano  di cercare quante più informazioni possibili sugli argomenti che gli interessano…e quindi passano il tempo a cercare su Google, a navigare sui siti, oppure vanno in libreria a consultare dei libri o frequentano corsi di formazione…

Questa soluzione si rivela efficace solo nella misura in cui abbiamo già chiaro quello che vogliamo e quindi quello di cui abbiamo bisogno! La ricerca in questo caso sarà mirata e produttiva. Altrimenti il rischio è sempre quello di perdersi, di fermarsi nella fase di ricerca informazioni che continua all’infinito senza portarci ad una decisione concreta e quindi all’azione…

La ricerca di nuove informazioni così come il susseguirsi di pensieri, domande e dubbi nella nostra mente rischiano di essere soluzioni non funzionali perchè sostanzialmente funzionano come antidoti all’ansia, alla paura che ciascun cambiamento, e in particolare i cambiamenti di vita e di lavoro portano con sè!

Quando una persona mi dice: “Non so cosa fare … Non ho le idee chiare su quale sia il lavoro o la professione adatta a me … ho molta confusione …”, è molto facile che facendo poche domande scopriamo che in realtà un’idea in mente ce l’ha già!

Forse ci sono 2 possibili alternative su cui la persona non sa decidersi, ma il più delle volte il problema è la paura: paura di fallire, paura di sbagliare, paura di non farcela, paura che l’dea non sia realizzabile.

Dobbiamo ricordarci che la paura ha la funzione positiva di proteggerci da un pericolo…ma siamo sicuri che quello che vogliamo fare sia davvero “pericoloso”? Quale sarebbe la cosa peggiore che potrebbe capitarci? Non riuscirci? Avere un insuccesso?

La mente umana tende ad ingigantire i rischi percepiti e le perdite e a ridurre invece le possibilità di riuscita ed i guadagni possibili!

Quando la paura di perdere è più forte del desiderio e della speranza di vincere, di avere successo, la nostra impresa è bloccata in partenza.

Ma se non agiamo, se non proviamo e se non perseveriamo nel tempo in ciò che vogliamo fare o creare, che sia un lavoro o un’attività in proprio, non potremo mai sapere se quello che abbiamo in mente funzionerà!

Quindi prendiamoci un momento per riflettere con tranquillità e scriviamo quello che desideriamo fare, quello che ci piace veramente. Scrivere ha la duplice funzione di fermare i nostri pensieri…e di registrarli consentendoci di riprenderli in qualunque momento!

Chiediamoci anche perchè lo vogliamo…cosa ci spinge davvero a farlo.

Infine scriviamo quali sono le risorse che già abbiamo per iniziare il percorso!  Possono essere risorse interne: la nostra energia, la nostra passione, le competenze che abbiamo acquisito, quello che abbiamo imparato dalla vita, ed anche esterne: le persone che possono darci un supporto morale o anche concreto per il nostro progetto: amici, colleghi e anche…perchè no? un coach che ci segua e ci alleni passo dopo passo a costruire il nostro progetto!

Ecco che le idee finalmente si schiariscono, si accende una scintilla di speranza: “Forse forse…ma sì, si può fare! Ce la posso fare!”

Ricorda: “Un viaggio di mille miglia inizia sempe con il primo passo“!

134 thoughts

  1. Ciao Fabio, e grazie per la tua testimonianza! Come avrai visto dal centinaio di commenti a questo articolo, molte, moltissimo sono le persone confuse, disorientate, al di là di ogni differenza di genere, età o posizione sociale. I tempi in cui viviamo sono disorientanti di per sè, non offrono alcuna certezza.ma d’altro canto ci spingono a cercare la nostra strada, a prendere in mano le redini della nostra vita in modo attivo.
    Come disse Giovanni Paolo II in una delle sue espressioni più note che vale sempre la pena citare: “Prendete in mano la vostra vita, e fatene un capolavoro!” (http://www.coachlavoro.com/2012/09/prendere-in-mano-le-redini-della-propria-vita/).
    Venendo a te, ora hai intrapreso un percorso tecnico perchè attinente alle tue passioni per le riparazioni e manutenzioni. Sai che non è da tutti mettersi in discussione?! soprattutto quando si ha già un cammino non breve alle spalle! Se lo studio ha confermato la tua passione e attitudine per determinate attività, allora fai un passo in avanti: contatta le aziende dei settori che ti interessano e proponiti per le tue competenze e con le tue reali motivazioni! Chiusa una porta (della famosa azienda) potrebbe aprirsi un portone!
    In bocca al lupo!

  2. Buongiorno,
    mi chiamo Bruna, ho 30 anni e sono fortemente confusa. Penso di aver capito che il mio problema è sempre stato quello di non avere avuto il coraggio di rischiare quando era giusto farlo, in termini di opportunità e tempistica. Sono laureata in Legge col massimo dei voti, abilitata al primo colpo ma non iscritta all’albo degli avvocati, parlo due lingue a livello avanzato e ne sto perfezionando una terza.
    La dimensione internazionale, le tematiche che trascendono i confini italiani (dal punto sociale, politico e giuridico) sono sempre state una costante nella mia vita: durante l’università ed i primi anni di lavoro ho afferrato al volo tutte le opportunità per studiare e lavorare all’estero. Tuttavia non ho mai scelto un percorso definitivo, rimandando per via della “necessità” di terminare la pratica forense, professione che non ho mai voluto svolgere ma che tutti si aspettavano che tentassi di fare.
    Lo sbaglio più grande lo compio due anni fa, rientrata da un’esperienza di stage presso le Istituzioni UE che credevo mi avrebbe aperto molte porte, non riesco a trovare lavoro, né in Italia né all’estero ed entro in una sorta di stato depressivo. Dopo 4 mesi, in un fine settimana decido di seguire un Master perché finanziato con borsa in un campo che non mi aveva mai attratto, ma dandomi la giustificazione che non potevo più non agire, che dopo avrei lavorato e che all’estero mi ero un minimo occupata anche di questo settore.
    Morale della favola, lavoro in una PMI e odio il mio lavoro. Non ho contatti con l’estero e sto cercando di capire chi sono, in cosa sono brava, ma dopo due anni di micidiali compromessi con me stessa non mi riconosco più. Mi sembra che le mie competenze siano tutte trasversali, di aver perso ciò che mi caratterizzava. Sto valutando di riprendere a studiare, di fare qualcosa che mi piace ma anche la scelta che prima non ho avuto il coraggio di fare (Relazioni Internazionali e/p specializzarmi in Diritto UE) ora mi sembra impossibile. Non so se sono troppo vecchia per gli obiettivi di gloria che avevo, volevo aiutare e dare il mio apporto in realtà che ora mi appaiono lontane. Nella vita mi hanno definito un’insoddisfatta cronica ed una che non si ferma mai a pensare chiaramente (neanche in caso di grandi dolori), se non per rimuginare, prima pensavo sbagliassero, oggi credo avessero sempre avuto ragione. Voglio cambiare e vorrei una guida che conosca gli ambiti che mi interessano, ma non so come fare.

  3. Provando a riassumere, quello che è successo è che per paura di fare una scelta “definitiva” ti sei trovata a scegliere un percorso che non ti apparteneva.
    Se le tue scelte più o meno consapevoli ti hanno portato a perderti…è sempre una scelta che può riportarti sulla tua VERA strada, anche se magari diversa da quella immaginata (e non percorsa) inizialmente.
    Possiamo crearci e ricrearci in qualunque momento, siamo noi a credere erroneamente di essere cristallizzati nel passato, ma tutto cambia, ogni momento!

  4. Buongiorno a tutti,
    Ho letto con interesse questo articolo, in particolare il commento di Bruna.
    Mi rivedo molto in quello che dice, poichè mi trovo in una situazione analoga.
    Fin da piccola amavo fare cose prettamente creative e la mia scelta del percorso di studi è stata orientata all’arte.
    Durante l’ultimo anno di scuola superiore, improvvisamente è cominciata a subentrare in me una sorta di apatia e confusione (probabilmente data dal fatto che se da un lato sono una persona brillante -Molti mi definiscono tale- dall’altra parte sono molto insicura di me stessa soprattutto nei rapporti interpersonali) mi sono iscritta ad un’università di design, conseguendo gli studi con il massimo dei voti, ma senza mai essere davvero concentrata su ció che stavo facendo (forse perchè mi sono trovata a combattere con molte insicurezze e con un livello di competizione con gli altri che mi ha spaventata e confusa ancora di piú, invertendo completamente le mie prioritá). A seguito della laurea e di un tirocinio catastrofico (a mio parere sempre a causa della mia incapacità di relazionarmi con persone socialmente forti) ne sono uscita ancora più confusa e soprattutto spaventata.
    Ho rinunciato ad una proposta di lavoro e mi sono fatta un anno di volontariato all’estero.
    Al mio ritorno ho incominciato a fare dei lavori da libero professionista, ma sempre con enormi paure e spesso insoddisfazioni, in quanto non riesco a valutare me stessa per quello che valgo e quindi non riesco a tenere testa fino in fondo alle persone che si relazionano con me.
    Ho cominciato a provare molta ansia per il mio lavoro a non crederci fino in fondo, fino a non capire piú se il problema è che il ramo non è esattamente fatto per me oppure se è l’eccessiva insicurezza nei confronti di me stessa a bloccarmi.
    Per dare una svolta ho provato ad aggiungere nel mio portfolio sempre piú competenze con la speranza di guadagnare di piú e sbarcare il lunario:
    Il risultato è che forse ho sovrapposto troppe cose, che non riesco ad andare in fondo ad ognuna di esse e a concentrarmi bene su qualcosa di preciso confondendomi ancora di piú.
    Che fare?

  5. Cara Sandra, la cosa da fare è quella che forse non hai mai affrontato fino in fondo: la tua insicurezza personale (che diventa anche professionale) e la paura del confronto / competizione. Ti consiglio di lavorarci con un professionista competente (forse più uno psicoterapeuta bravo piuttosto che un coach, ma questo andrebbe approfondito). Dopodichè, quando ti sentirai finalmente sicura di te stessa e di quanto vali realmente, potrai scegliere davvero liberamente la tua strada! In bocca al lupo!

  6. Buongiorno,
    Leggendo l’articolo e poi tutti i commenti mi consolo a vedere che non sono l’unica in questa situazione…
    Ho 30 anni, sono sempre andata molto bene a scuola, impulsivamente ho scelto di iscrivermi ad economia finito il liceo, pur non essendomene mai interessata, ed una volta laureata ho accettato una proposta di lavoro in uno studio di commercialisti. Ormai sono 5 anni che lavoro lì: è vario e stimolante, mi permette di usare le lingue (che adoro), l’ambiente lavorativo è ottimo e lo stipendio buono. Però in termini di tempo mi assorbe davvero troppo, non ho tempo per coltivare altri interessi e poco le amicizie, aggiornarmi mi annoia mortalmente (e considerando che l’aggiornamento per noi è fondamentale, direi non sia il massimo), vedo colleghi appassionatissimi su argomenti per me ostici e davvero poco affascinanti e trovo ironico fare un lavoro dettato da scadenze, quando sono una ritardataria cronica e se non ho ancora perso la testa è perchè ce l’ho attaccata al collo…
    Da anni ormai mi arrovello su cosa davvero vorrei fare… se penso all’idea di continuare qui, ho un senso di soffocamento e l’ansia mi assale…
    Amo leggere e adoro viaggiare, sono molto empatica e mi viene facile andare d’accordo con tutti, aiutare e assistere le persone mi viene naturale e mi piace moltissimo, così come ho una gran passione per il cibo e la cultura gastronomica, da sempre… ormai da anni (argh!) non faccio che guardare i piani di studio dei corsi di laurea e master più disparati, ma poi c’è sempre qualcosa che mi frena… anche perchè mollare un lavoro stabile per tornare a studiare e spendere soldi… mah!
    La realtà in cui vivo mi sta stretta, la città è piccola.. ma ho la famiglia vicina… e quando parlo con amici che vivono in città italiane o capitali europee mi dicono che la sera non è che poi facciano molto più di quello che faccio io… torni tardi dal lavoro, spesso stai a casa o ti trovi con qualche amico a far due chiacchiere… nel weekend qui non c’è una gran movida, ma siamo in Italia e c’è l’imbarazzo della scelta tra città d’arte, festival, escursioni, mare ecc…
    L’estero mi incuriosisce, in passato ho fatto esperienze di scambio e corsi di lingua con persone provenienti da ogni parte del mondo e mi sono piaciute da morire… si crea un clima meraviglioso… ed ancora oggi tanti continuo a sentirli… però sono anche stata all’estero per la tesi ed è stato molto diverso: non essere più in un gruppo di persone che arrivano e hanno voglia di fare amicizia, trovarsi in una città in cui tutti hanno la propria vita, magari sono cordiali con te, ma nulla di più e tu sei lì, senza amici, senza famiglia, senza nulla.. è davvero dura…
    in più inizio a sentire tanti amici che vivono all’estero, con lavori davvero belli, che però iniziano ad essere molto stanchi di vivere lontani e che continuano a mandare curriculum in Italia sperando di poter rientrare…
    insomma… ho le idee super confuse… ma qui passano gli anni e sono sempre ferma… addirittura ho preso casa ma nemmeno ho finito di arredarla, tanto la sento provvisoria e non mia questa situazione..!

  7. Ciao Dina, come avrai visto la confusione, il disorientamento ed il dubbio sulla scelta giusta da intraprendere, sono molto più comuni di quanto si possa pensare….ma questo non deve portare a crogiolarsi nel “mal comune mezzo gaudio”, quanto piuttosto a pensare che forse il problema non è così grave e che può essere persino risolvibile! Sicuramente la prima cosa da fare è iniziare a immaginare un’alternativa che ci soddisfi pienamente; invece anche nella nostra fantasia siamo bravissimi a porre dei vincoli….! Se avesse fatto così Walt Disney non avrebbe realizzato nulla nella sua vita!
    Cosa vuoi veramente? Vuoi vivere in una città più dinamica ma al contempo essere vicina alla tua famiglia? Pensi davvero sia impossibile? Quanto ci limitiamo…!!! E non solo nella fantasia, anche nella realtà: quanto tempo dedichi alle tue passioni? Da quanto non ti concedi un bel viaggio come piace a te…? A volte, anzi molte volte, il cambiamento inizia da piccole azioni concrete che poi generano un effetto a cascata aprendoci nuove possibilità…!

  8. Caro coach ho 28 anni lavoro con i bambini ma non è un lavoro stabile e quindi mi sento sempre più confusa ho sempre lavorato con anziani e bambini i bambini li amo ma ora vorrei crescere mettermi in proprio ma non ne ho le possibilità vorrei realizzarsi molte volte penso di cambiare settore lavorativo ma non so mai quale scegliere e cosa saprei fare dato che ho lavorato solo nel sociale e siamo in un periodo di crisi vorrei fare tante cose creative ma non so mai se poi funzioneranno sono confusa sul lavoro ma vorrei guadagnare di più e sentirmi più libera nel gestire il lavoro ma non so cosa sia veramente adatto a me

  9. Cara Valex86, come avrai letto anche dalle altre testimonianze, a volte non è la mancanza di idee che ci blocca, quanto piuttosto il produrne in eccesso senza essere convinta di nessuna…perchè abbiamo paura che non funzionino! Ti faccio questa domanda: se qualunque cosa facessi potrebbe funzionare, cosa faresti? cosa sceglieresti? Ferma la mente razionale che ti dice subito che è impossibile, per valutare un’idea dobbiamo prima esprimerla e chiarirla, giusto!? Detto questo, se vuoi confrontarti direttamente con me in un colloquio gratuito puoi compilare il form qui accanto.

  10. Quando si dice trovare scritto quello che si pensa…
    Non che sia cosi’ insolito, di questi tempi: mi accorgo che la rete e’ zeppa di queste discussioni. quindi il mal comune mezzo gaudio ci consola, rischiamo di farci consolare…
    Scherzi a parte, mi trovo d’accordo, sulla confusione, mi appartiene.
    Personalmente ho provato a risolverla, e ad assecondare il mio desiderio di cambiamento, da anni, e sono di nuovo ad un punto morto.
    forse perche’, spesso mi dico, nel tentare il salto, la paura mi ha bloccata a meta’, impedendomi di fare il salto completo. forse per mancanza di idee originali,mi dico, anche.
    Laureata in economia, entrata in una multinazionale di revisione prima di laurearmi ne sono uscita da manager in un momento in cui sentivo che ero arrivata al limite: troppo tempo dedicato al lavoro, stimoli diversi da quelli che volevo, insoddisfazione, desiderio di cambiare strada… desiderio di sentirmi realizzata in qualcosa che corrispondesse al mio IO, e non alle attese degli altri o alle attese della societa’.
    sono partita, spinta da un impulso, decisa a darmi il tempo di trovare una nuova strada, la mia. e poi l’ansia da non lavoro/non guadagno/non sicurezza mi ha fatto cercare furiosamente subito un lavoro in un paese cosi’ lontano e diverso dal mio da aver trovato solo cose di basso livello.
    poi una posizione di responsabilita’: ma di tutt’altro livello rispetto al passato, in un contesto culturale basso, con rapporti umani al limite della follia.
    e oggi, di nuovo, l’aria che manca, ma molto piu’ di prima. e molto piu’ di prima la sensazione di stare sprecando il mio tempo.
    sono passati quasi 6 anni da quel primo salto, e mi sembra di aver girato su me stessa.
    ho cambiato 2 paesi, nel frattempo, e vissuto posti diversi, ma il risultato non cambia.
    certo, quello che ho trovato non era tra el mie aspirazioni…
    ma quali sono?
    adoro viaggiare, sono brava ad imparare in fretta, so rischiare, sono brava a stare con la gente, organizzare, risolvere problemi.
    ho tante qualita’ ma nessuna che mi sembri poter dar luogo a un lavoro.
    parlo molto bene 2 lingue straniere, sono pronta a partire anche domani, sono a caccia di un’idea….
    mi dai un consiglio su come farla uscire da dentro (sperando, a dita incrociate, che ci sia, dentro)?
    grazie e ciao a tutti!

  11. Mi rivedo molto in Bruna e inoltre non posso fare a meno di notare che noi donne siamo sempre le più confuse (non vedo commenti di uomini, sob)quindi, mie care, siamo tutte uguali!. Io ho 27 anni mi sono laureata in architettura a 25, lavoro in nero in uno studio (una barca che affonda secondo me) e nel tempo libero faccio la modella. Sono sempre stata una “unpiedeinduescarpista” cioè fin dal liceo ho sempre studiato tutte le materie perchè non sapevo quale poi sarebbe stata la più conveniente, ho fatto esperienze all’estero e sempre avuto ottimi risultati perchè, in sostanza, sono dipendente dalla sensazione che ho quando gli altri si complimentano con me ( si lo ammetto). Ho scelto la facoltà un po’ frettolosamente e per una serie di motivi piuttosto razionali, non per passione. Sono sempre stata combattiva e ottimista e questa crisi mi fa arrabbiare moltissimo perchè mi ha tolto tutta la grinta che avevo ma soprattutto ora non ho idea di quale debba essere il mio obiettivo lavorativo, visto che per quello che faccio attualmente non vedo prospettive.
    Cerco un consulente che mi dia una chiara interpretazione del mondo lavorativo ed economico e di quali sono le tendenze future per poter cambiare lavoro.
    Coach, lei fa anche questo?
    Se no, che professionista dovrei contattare?
    p.s. l’insoddisfazione lavorativa ce l’hanno tutti e un lavoro non va mollato perchè ” ho poco tempo libero” , vorrei dire a tutte le amiche:cercate di essere più razionali tenete gli occhi aperti e basatevi su fatti concreti. ricollocarsi in lavori “creativi è abastanza improbabile tantopiù se non si è 25enni. Opterei per un percorso professionale che non penalizzi l’età.

  12. Salve.
    Io sono un uomo,direi che il problema non riguarda soltanto le donne ma anche gli uomini,come me,solo che la differenza e’ che la maggior parte degli uomini si autoconvincono stupidamente che la strada che stanno intraprendendo sia quella giusta senza pensare realmente a quella reale che li renderebbe pieni,soddisfatti,sereni,fieri. Mi dipiace tantissimo perche’ anche io come voi non so che strada intraprendere per sfruttare le mie capacita’ e quindi sentirmi vivo.Perche ognuno di noi e’ nato per con una abilita’ speciale che ti possa fare crescere e sentirti quello che hai sempre voluto in fondo.Mi dispiace se trasmetto tanta tristezza nelle mie parole,ma cosi’ e’ come sento me stesso ogni singolo giorno della mia vita,pensando che non cambiera’ nulla fino a quando non trovero’ risposta.Niente e nessuno potra’ mai aiutarvi in questo se non voi stessi,quindi lascete perdere questi Coaches che non sanno come aiutarvi e vi illudono soltanto.
    Buona Fortuna a tutti anche a te Coach Lavoro,Vi Voglio Bene..

  13. Fabrizio, comprendo cosa dici, spesso abbiamo smarrito la nostra strada, non siamo più in contatto con noi stessi e quindi non sappiamo letteralmente dove andare e finiamo per girare in tondo o al contrario per restare bloccati. Il punto è che nessuno, neanche un “guru”, un “maestro” o un “coach” può dare la risposta a chi siamo e chi vogliamo essere! Ciascuno deve trovare la propria strada da solo ma la buona notizia è che possiamo essere accompagnati e supportati in questo processo. Questo è quello che cerco di fare, aiutare le persone a guardarsi dentro in modo diverso, ad ascoltarsi, a ri-scoprire il proprio valore ed i proprio valori più profondi, a superare le paure che spesso bloccano la visione oltre che l’azione…
    Buon cammino di ricerca!

  14. Buonasera. Ho trovato l’ articolo molto interessante però vorrei comunque un consiglio se possibile.
    Ho 22 anni e non ho mai potuto scegliere cosa fare nella vita.
    A 13 anni nel momento di scegliere un indirizzo di studio superiore le mie passioni erano l’ arte, i libri- la scrittura (volevo fare la gionalista o scrittrice) oppure lavorare con i bambini.
    Mio padre mi ha bocciato tutte le mie passioni dicendo che erano hobby e non lavori.
    E mi ha “costretto” tea virgolette di studiare ragioneria. Così ho fatto, ho passato degli anni davvero difficili nel periodo scolastico in quanto erano materie a me ostiche che non mi interessavano e difficoltà varie. Sono riuscita a diplomarmi con un buon voto, pur avendo affronrato mio padre più volte dicendogli che non era il lavoro per me. Ma essendo io una ragazza insicura e mio padre un tipo autoritario senza risultati.
    Da 1 anno lavoro nell’ azienda di famiglia, il mio lavoro non mi piace, non mi appassiona, passo i giorni truste ed annoiata non vedendo l’ ora che arrivi la fine della giornata.
    Mi sento stupida e mio oadre mi fa’ molta pressione. Lui si è stufato e nel giro di poco tempo vorrebbe lasciare il lavoro a me e uscirne. Ma io non so cosa fare. Mi rendo conto che sono estremamente fortunata ad avere un lavoro sicuro di questi tempi, però non sono felice.
    Non ho passione, non mi sento realuzzata. Ho 22 anni quindi ho davanti più di 40 anni di lavoro e mi sento già stanca e demotivata. Come posso portare avanti un lavoro così? E come posso invece rinunciare a questa opportunità seguenro i miei sogni con il tischio di dover combattere contro mio padre e poi ritrovarmi magari con un lavoro che mi appassiona ma che potrebbe fallire?

  15. Isabella, comprendo bene la difficoltà della tua situazione, anche perchè subisci pressioni da anni….e sono anni che prendi decisioni non tue….!
    Ma di fatto siamo sempre liberi di scegliere… Tu hai “scelto” (per quanto a malincuore) di accettare gli ordini di tuo padre, anzichè seguire una tua strada, rischiando magari uno strappo… Però, ogni momento, ogni giorno può essere quello giusto per cambiare, per prendere una nuova scelta, per decidere di nuovo dove andare! Come diceva Rossella O’Hara: “Domani è un altro giorno!”
    Ricorda, la vita è la TUA, solo tua!
    Ed è meglio sbagliare scegliendo la tua strada che non facendo quella che altri hanno scelto per te!

  16. Sono Silvia, ho 32 anni e stesso problema…Sto cercando di capire cosa voglio fare, prendere una strada e seguire quella ma non ci riesco…mi vengono sempre idee, farò questo farò quello ma non riesco a capire qual è quella che fa per me. Non sono laureata ma vorrei, anche se sono “vecchia”. Ho fatto il corso da Operatore socio sanitario ma mi rendo conto che come lavoro proprio non mi piace.. mi sono fatta influenzare dagli altri e dalla mia scarsa autostima… Come posso agire? Di cose che mi piacciono ce ne sono, come faccio a capire quale intraprendere?

  17. Ciao Silvia, come vedi la tua situazione di disorientamento è piuttosto comune! Quante volte facciamo scelte non nostre?! Vittime di condizionamenti familiari e sociali, ma anche della nostra stessa indecisione! La prima cosa da fare è ripartire da te, da quello che davvero ti piace fare e che ti rappresenta, dalle tue attitudini e preferenze. Dopo aver tirato fuori delle idee è importante andarle a verificare con mano, sperimentandoti dove possibile proprio nell’attività che ti interessa, oppure confrontandoti con persone che già lavorano nel campo. In questo modo la tua idea diventerà concreta e potrai scegliere con consapevolezza! Detto questo, se vuoi possiamo confrontarci direttamente sulla tua situazione in un colloquio gratuito via tel o skype, da concordare insieme.

  18. Ciao, sono Federico, ho 33 anni.
    Da poco mi sono trasferito in Regno Unito perché la mia compagna ha trovato una buona posizione qui.
    Io invece sono molto confuso. Ho esperienza quasi decennale nel turismo, ma questo lavoro non mi piace piú.
    Non so che strada prendere, ogni giorno mi alzo con il pensiero di cosa fare nella vita, ma non trovo la soluzione.
    Da una parte mi piacerebbe ritornare all’universitá, ma non so se ne valga la pena alla mia etá, e non so nemmeno se ne avrei ora le capacitá.
    Vorrei cambiare settore lavorativo, ma il principale problea é che non so in che altro settore poter spendere la mia esperienza.
    Grazie.

  19. Ciao Federico, come avrai letto dai commenti e dalle testimonianze su questo articolo, la situazione di confusione, soprattutto in fasi di cambiamento, è molto frequente! Ma è sempre possibile ri-trovare o ri-creare la propria strada! L’importante è darsi una meta che rispecchi le tue caratteristiche e aspirazioni, i tuoi valori e le tue attitudini. Le capacità specifiche se non ci sono si possono sempre acquisire e sviluppare, le modalità si trovano.
    Perchè “quando c’è una meta, anche il deserto diventa strada”.

  20. Dio santo ragazzi, come vi capisco, e scusate ma non posso farne a meno di lasciare il mio commento. Ho 66 anni (non ho sbagliato con la tastiera, SESSANTASEI) e … ancora non so cosa fare da grande. Questo non mi ha impedito di avere una vita, non certo perfetta, ma come l’ho voluta io, e con molti momenti di felicita’. Ho lasciato la strada vecchia per la nuova un SACCO di volte. Ho cambiato paese, lingua, carriera, lavoro, amicizie, senza nessuna garanzia di successo, non e’ MAI stato facile ed ho sempre, sempre, SEMPRE avuto paura. Ma l’ho fatto lo stesso. E non me ne sono mai pentita. Anzi ci ho sempre guadagnato, anche quando poi avevo meno soldi e comodita’ non e’ quello l’importante, la mia crescita e l’imparare dagli “sbagli” e’ per me molto meglio che restare comoda ma in una situazione di stallo esistenziale, che non mi sta piu’ bene.
    Insomma sono d’accordissimo con la coach: e’ la paura che ci frena e ci impedisce di trovare la nostra strada. E la nostra strada dobbiamo cercarla da soli. So bene che si fa presto a dire ma poi fare e’ tutt’altro, ma per piacere lasciatemi sciorinare un paio di frasi fatte: per trovare bisogna cercare… chi non risica non rosica… se vuoi la bicicletta devi pedalare… ma la mia frase preferita e’: meglio uno sbaglio che un rimpianto.
    Oh, e anche: la fortuna e’ dietro l’angolo!!
    Non vi sto dicendo di piantare tutto e scappare da qualche parte cosi’ all’avventura, ma di affrontare le paure e di essere aperti a cose nuove e diverse, e di essere pronti a qualche inevitabile sacrificio. Un po’ di pianificazione non guasta, (io ho continuato a studiare un po’ per inerzia, con i risparmi di tanti lavoretti cretini a Londra, ed ho poi deciso di fare il sacrificio fino alla laurea pensando che mi sarebbe stata utile. Mi e’ stata UTILISSIMA). Quel che voglio dire e’ che, se vuoi arrivare da A a B e invece la strada continua a portarti a C, vuol dire che devi prendere un’altra strada, ed e’ meglio che lo faccia prima possibile invece che perdere tempo. E se sbagli strada? Beh, a volte arrivi inaspettatamente in un posto migliore, e a volte lo sbaglio e’ molto divertente!
    Ragazzi, (giovanissimi o meno), e’ vero che c’e’ “crisi” in Italia e un po’ dappertutto, ma non guardate solo alle cose negative. Considerate anche la fortuna di vivere in un mondo collegato globalmente e tecnologicamente. Per piacere sfruttate questa grande fortuna, e il fatto che (per la stragrande maggioranza) avete avuto un’istruzione decente.
    Soprattutto non arenatevi, e non cedete alle pressioni contrarie alle vostre aspirazioni: muovetevi e OSATE, anche se gli “altri” non sono d’accordo.
    La vita e’ tua, e ce ne hai una sola. Che triste se arrivi alla mia eta’ e dai la colpa a qualcun altro perche non hai vissuto come volevi. Dai, coraggio. Follow your dreams. Fai quello che vuoi fare, riflettendoci un po’, ma non tanto da finire nell’immobilismo senza via d’uscita. Se proprio proprio non riesci a cavarne piedi da solo, arruola l’aiuto di un professionista che ti appoggi nel cammino. E’ normale ceh uno non sappia che strada prendere, la vita e’ piena di svolte e crocicchi vari, e devi fare le tue scelte. Falle!! Ma renditi conto che, anche se capisci “quello che fa per te” ora, magari nel futuro cambi idea. Non c’e’ niente di male, lasciatelo dire, e se poi ti sbagli, non muore nessuno.
    Come ho detto, io ancora non so cosa faro’ da grande. Non so nemmeno DOVE lo faro’.
    Embe’? Ma chi l’ha detto che deve essere una cosa per sempre, una cosa e basta? Mi riservo sempre il diritto di cambiare idea… A volte e’ destabilizzante, lo confesso, ma non ne sono ancora morta. I’m still following my dreams. E sto bene lo stesso!
    Mi scuso per la lunghezza di questo commento, spero di avere convogliato il mio messaggio in modo abbastanza chiaro e di non aver scocciato nessuno con le mie idee, e con le varie maiuscole. Saluti a voi tutti, e complimenti al coach.

  21. Ciao Silvia, ho letto la tua testimonianza tutta d’un fiato e sottoscrivo ogni parola! Grazie mille per la tua energia “giovane” e saggia al tempo stesso!
    Buon viaggio verso i tuoi sogni (quelli che hai e quelli che avrai!)

  22. Ciao coach! Io ho solamente 20 anni.. Ma sono entrata un attimo nel pallone..
    Ho frequentata il liceo socio psicopedagogico, per carità bellissimo, in quanto affascinata dalla psicologia.. E una volta uscita di lì ho intrapreso l università sempre di psicologia, ma telematica e forse la molta teoria di materie quasi inutile secondo il mio parere, è la non frequenze ai corsi mi ha tolto ogni stimolo..
    Ho dato 5 esami, ma sono arrivata ad un punto in cui sento di studiare perché “obbligata” e nil n perché è ciò che voglio..
    Ora detto ciò, sono in crisi perché non so piu ciò che voglio “essere da grande” proprio non so ..
    La mia più grande passione è la musica (ballo, canto), ma non so se potrò e riuscirò a vivere di questa.. Se magari posso intraprendere qualcosa che mi porti grandi soddisfazioni..
    Boooo.. Confusione totale!
    Come faccio a superare ciò è a capire ciò che voglio davvero?

  23. Ciao Rebecca e piacere di conoscerti!
    Come avrai letto dai precedenti commenti, molte persone si trovano in una situazione come la tua in cui si rendono conto di non essere nella loro strada, e poi non sanno che pesci prendere!
    Già avere una passione che ti “accende” è un fattore positivo perchè ti dà una spinta ed un orientamento.
    La prima domanda da farti però non è se puoi vivere o meno con il ballo e il canto…
    >Di fatto questo non è impossibile perchè c’è chi ci riesce (con maggiore o minore successo magari, ma comunque lavora nel settore), e non sono pochi!
    La vera domanda da farti è: se fossi serena e sicura di poter vivere con qualunque cosa io possa fare come professione, mi dedicherei anima e corpo a ballo e canto?!
    Ascolta la tua voce interiore con attenzione, perchè spesso sono le voci della paura o del “buon senso” che condizionano le nostre risposte!
    Se, libera da condizionamenti, comunque la tua risposta resta un boh!, non è un problema, significa solo che devi darti del tempo per sciogliere i tuoi dubbi.
    Non esiste una formula magica per farlo, inizia “semplicemente” a dedicarti di più a ciò che ti piace e ti interessa e vedi ciò che accade dentro e fuori di te.
    Aggiornami sulle tue riflessioni…e se proprio non riesci a sciogliere la matassa, ricordati che puoi usufruire di un coaching gratuito (per valutare anche se poi fare un percorso approfondito).
    http://www.coachlavoro.com/coaching/per-il-lavoro/

  24. Salve. Sono una ragazza di 17 anni e faccio il quarto anno al turistico. A volte, e credo sia anche normale alla mia età, penso a cosa fare dopo la scuola. Il mio problema è che non so proprio cosa fare, non so se voglio andare all’università o andare a lavorare all’estero. Ho questi dubbi perchè so di essere una ragazza con potenzialità e che ambisce in alto. A me piace viaggiare e vorrei lavorare in questo settore ma non come il dipendente che organizza o crea dei viaggi, vorrei ambiare a qualcosa di più. Se dovessi andare l’università sceglierei la facoltà di economia. Ho anche pensato, dopo gli esami, di andare un anno a Londra per imparare bene la lingua e nel frattempo fare esperienza nel mondo del turismo, e poi decidere veramente cosa fare. La mia domanda è: potrei arrivare in alto senza avare una laurea? Sono davvero molto confusa

  25. Ciao Ale, come dice un aforisma che mi piace molto: “Punta alla luna, male che vada atterrerai su una stella!”
    Ma quando dici di “puntare in alto” a cosa ti riferisci esattamente? Al ruolo? All’imprenditoria? allo stipendio/fatturato?
    Perchè la strada da intraprendere dipende da quello che vuoi conseguire e da ciò che è più importante per te!
    Ci sono manager con il diploma e manager con l’MBA, molti imprenditori di successo non sono laureati…. questo per dire che non esiste una regola valida per tutti!
    E’ importante quindi che tu pensi non tanto al titolo da conseguire ma alle competenze da sviluppare: cosa ti serve conoscere e cosa devi essere in grado di fare per arrivare dove vuoi arrivare?

  26. Salve, ho trovato l’articolo perchè sono andata in cerca di possibili risposte alla mia confusione mentale. Risparmiando tempo e spazio, dirò che la mia situazione è molto simile a quella di Isabella, eccetto che io ho 37 anni e mezzo, sono sposata e ho due figlie. Proprio per questo la cosa si complica. Giovedì scorso sono andata a consultare una psicoterapeuta che conosco, in merito al dilemma in cui mi trovo:
    insegno religione all’infanzia con incarichi annuali (quindi precaria) e attualmente sono in maternità.
    Non sto a dire quanto vorrei che questa maternità non finisse mai, perchè non ho mai amato veramente il mio lavoro e a questo giro vorrei proprio trovare la forza di non tornarci. La psicoterapeuta sostiene le mie ragioni e mi invita a realizzare me stessa. Da allora è tutto un pensare e ripensare a ciò che mi piacerebbe fare “da grande”, ma non riesco a trovare niente. Da un lato emerge la mia voglia di casa e vita domestica, dall’altro il mio deisderio di costruirmi un’identità che sia mia al di là dei figli e del marito. Avessi almeno un’idea di cosa voglio davvero, sarebbe più semplice, ma davvero non lo so e nella mia condizione capirai bene che, nell’incertezza, conviene comunque tenersi un lavoro che garantisca la sopravvivenza alla propria famiglia.
    Non so come trovare la mia strada e i miei interessi. Mi sento come se avessi già vissuto tutta la mia vita e non rimanesse altro.

  27. Ciao Sara,
    come hai letto molte persone non hanno ancora individuato la loro strada nella vita, ma questo non significa che non rimane altro da fare, anzi! C’è tutta una vita che attende di essere vissuta!
    Quando manca un obiettivo, l’obiettivo stesso diventa “costruire l’obiettivo”, nel tuo caso, costruire la tua stessa identità (professionale).
    Partendo da dove? Facendo sempre di più e sempre meglio ciò che ti piace fare e trovando occasione per provare qualcosa di nuovo…per sperimentare.
    La meta del viaggio è nel percorso stesso che si fa verso la meta… buon cammino!

  28. Buongiorno,

    mi chiamo Laura, ho 27 anni e ho appena cambiato lavoro. Sono laureata in ingegneria energetica, ho svolto per 1 anno un lavoro che non mi piaceva e da 2 mesi ho cambiato finalmente lavoro: ora mi trovo all’interno di un progetto sulla carta molto bello e interessante che mi potrebbe aprire molte strade e che però è tutto ancora da sviluppare. Nel frattempo mi chiama un’azienda già strutturata che mi offre una posizione che, appena uscita dall’università, ritenevo ideale e volevo fare.
    Ora sono molto confusa..ho paura di prendere la decisione sbagliata e di ritrovarmi fra qualche anno a rimpiangere la scelta: non mi va in questo momento di cambiare, e vorrei vedere dove mi porta questa strada intrapresa, anche se non al 100% nel mio settore. Dall’altra parte ho paura di perdere l’occasione d’oro per fare il lavoro “ideale”.

    Come posso capire che scelta fare, senza pentirmene? E’ possibile, secondo lei, cambiare settore dopo qualche anno?
    Grazie

  29. Laura, comprendo il tuo dilemma: scegliere significa andare in una direzione ed escluderne un’altra, quindi in ogni caso implica una perdita e oltretutto nessuno ha la sfera di cristallo per sapere in anticipo quali sarebbero gli esiti di entrambe le strade!
    Come ho scritto altrove, non esiste la scelta “giusta”, questo è un giudizio che diamo a posteriori e che si serve davvero a poco.
    La scelta di cui non ti pentirai mai, anche se poi si rivelerà “sbagliata” (che significa semplicemente che non ti porterà dove all’inizio avevi immaginato) è quella fatta seguendo ciò che senti, ciò che ritieni giusto.
    E’ la scelta che ti fa sentire serena, che non significa “sicura”, ma in pace con te stessa.

    Un consiglio pratico (semplice ma efficace!): Scrivi nero su bianco le motivazioni che ti stanno spingendo adesso in una direzione rispetto all’altra. Semmai un giorno ti venissero dei dubbi o dei rimpianti, potrai rileggere la tua voce e comprendere che la scelta che hai fatto era la migliore che potessi fare in quel momento!
    Buona scelta

  30. Ciao!
    Anch’io mi aggrego al gruppo dei confusi!
    33 anni, diploma di tecnico dell’abbigliamento, lavoretti vari come baby sitter, animatrice, tutor scolastico ed ora da più di un anno a casa!
    Vivo in una città di provincia che offre poco sia nell’ambito lavorativo che nello svago ed io che oltretutto ho dei gusti particolari in fatto di musica (mi piace la musica indie e rock straniera) e di hobby (amo il cinema e la fotografia), mi sento un pesce fuor d’acqua nella mia città e mi devo sempre spostare dalla mia città per partecipare a qualche concerto ed evento che mi interessa.
    Tranne il mio moroso e la mia famiglia, sono sola e non ho amicizie ma conoscenze che frequento raramente (non per mia volontà!).
    E’ anche da questo fattore che mi scaturisce la voglia di trasferirmi all’estero con il mio moroso, oltre alla ricerca di un lavoro e di una situazione migliore di quella italiana, ma senza sapere però cosa potremmo trovare e con non poche paure.
    Non so ancora qual’è la mia strada lavorativa e anche quando cerco lavoro qui, mi candido per qualsiasi lavoro pur di uscire di casa!
    Vorrei avere la palla di cristallo per sapere cosa è meglio per me e per la mia felicità, se restare qui in Italia o andare via, se schiarirmi le idee prima su quello che voglio fare e poi partire…
    Help!
    Grazie!

  31. Ciao Veronica,
    E’ innegabile il tuo desiderio di cambiamento…di partenza, ma verso quale meta? Geografica e non solo?!
    E’ più facile capire quello che non vogliamo da quello che invece desideriamo e quindi poi facciamo fatica a trovarlo oppure iniziamo a girare a caso come delle palline impazzite…
    Sicuramente la prima cosa da fare è schiarirti le idee e scioglierti i dubbi, pazientemente… le risposte arrivano se non ti affanni a cercarle ma resti concentrata sulle domande… il che non significa però stare immobili!
    Se nel frattempo ti arriva qualche stimolo o qualche opportunità collegate alle domande, prova a coglierlo…e da lì possono scaturire nuovi input che ti orientano poi nella scelta… In bocca al lupo!

  32. Ciao sono Filippo e ho 19 anni.
    Sono in scuola privata e mi diplomo quest’anno, l’anno scorso ho mollato la scuola pubblica per vari motivi come per esempio l’indirizzo sbagliato.
    Adesso mi ritrovo a pochi passi dal diploma ma senza una vera e propria idea sul cosa fare del mio futuro, non riesco nemmeno a trovare cosa potrebbe interessarmi, anche io come altre persone mi sveglio la mattina con il pensiero di cosa fare nella vita ma appunto non roesco a darmi una risposta.
    Grazie.

  33. Ciao Filippo, sicuramente anche per la scelta della scuola superiore è necessario fare orientamento… Spesso è difficile da giovani immaginarsi nel futuro anche perchè si ha ancora poco consapevolezza di sè stessi e del mercato del lavoro….però il percorso di “chiarificazione” è graduale, si procede passo dopo passo, ogni volta scoprendo un indizio in più!
    spesso si parte dallo scoprire quello che non ti piace per capire quello che non vuoi……
    altri indizi sono le cose che riesci a fare bene, con naturalezza…… e quello in cui riesci ad aiutare gli altri, ad essere utile per qualcuno……

    Osserva con attenzione e rifletti su questi punti ma senza fretta o ansia…….le risposte arrivano se poni le giuste domande…e se sai aspettare!
    Se poi sei interessato, mi rendo disponibile a fare un colloquio gratuito per approfondire la situazione e trovare insieme possibili soluzioni.

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