Voglio un lavoro “qualsiasi”…

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In un periodo di crisi come questa tende naturalmente ad aumentare il numero di persone che sono disponibili a fare un “lavoro qualsiasi”, purchè onesto e retribuito!

La difficoltà di trovare un lavoro che consenta di vivere o almeno di sopravvivere porta spesso a vissuti di scoraggiamento, fino anche alla disperazione…

La tentata soluzione per aumentare le proprie possibilità di occupazione è quella di proporsi come “factotum”, disposti a fare qualunque tipo di lavoro, anche se lontano rispetto alle proprie reali aspirazioni e competenze!

Questo capita sia a chi ha un profilo variegato (con alle spalle diversi tipi di lavori) sia a chi ha un percorso più lineare e coerente (che magari nella sua vita ha ricoperto sempre ruoli più o meno simili).

Entrambe queste tipologie di persone si descrivono come pronte ad apprendere cose nuove ed a fare anche attività molto diverse da quelle precedenti.

Queste persone hanno sicuramente una ricchezza di competenze ed una motivazione molto forte a ricollocarsi ma paradossalmente proprio la loro “eccessiva” disponibilità corre il rischio di ritorcersi contro! Infatti il tentativo fatto per aumentare le proprie possibilità di trovare lavoro rischia invece di diminuirle!

Cerchiamo di capire come….

Affermazioni “Voglio un lavoro qualsiasi” oppure “Mi sono solitamente occupato/a di questo e quest’altro ma sono anche disposto/a a fare qualunque altra cosa vi possa essere utile” per chi cerca lavoro sono indici di motivazione e di flessibilità…

Quale messaggio invece arriva al selezionatore? Che probabilmente il “factotum” non ha una professionalità né tantomeno un obiettivo professionale ben definiti!

Rispetto a chi si presenta con un profilo riconoscibile e distintivo (potremmo dire in termini di marketing un “brand”) differenziandosi dagli altri e proponendosi in modo mirato per rispondere alle caratteristiche richieste da quella posizione lavorativa, chi susciterà maggiore interesse?

[Piccola parentesi: ci sono sicuramente dei casi in cui chi assume sta cercando effettivamente un “factotum” disposto a fare qualunque cosa, ma…non solo questo succede in rari casi ma rischia anche di essere un lavoro poco qualificante!]

Cosa fare quindi? Bisogna forse proporsi per un solo tipo di lavoro in un solo tipo di settore portando con sé solo poche competenze specifiche ed escludere tutto il resto?

Ovviamente neanche questa è una strategia funzionale in quanto indice di rigidità e di chiusura mentale!

Come spesso accade, la soluzione sta nel mezzo: presentarsi sul Cv, sulla lettera, sul web con un ruolo centrale (“core”) specifico e riconoscibile (impiegata amministrativo-contabile piuttosto che product manager), supportata da esperienze professionali e da capacità tecniche coerenti con il ruolo stesso.  La strategia che premia è quella di proporsi come dei “professionisti” che possono portare un valore aggiunto all’azienda!

Allo stesso tempo bisogna lasciar emergere sullo sfondo le proprie qualità e caratteristiche trasversali, quelle potenzialità individuali ed originali che faranno poi la differenza in sede di colloquio.

E se effettivamente il profilo è multiforme, se si sono fatti tutti i tipi di  lavoro più disparati senza essersi mai specializzati su nessuno, come proporsi?

Come abbiamo scritto nell’articolo “Obiettivo specifico e strategie mirate per trovare lavoro”, bisogna per prima cosa avere chiare le proprie priorità lavorative chiedendosi: Qual è il lavoro che in assoluto mi piacerebbe di più fare? e quello subito dopo? e tra questi, quali sono i più appetibili per il mercato?

Con questa scaletta in mente si dovranno preparare diversi CV mirati accompagnati da diverse lettere di presentazione che metteranno in luce di volta in volta quelle esperienze e competenze specifiche per quel determinato ruolo.

In sintesi: bisogna differenziarsi per poter essere differenti dagli altri….

Bisogna scegliersi per essere scelti!

Questo articolo ha 47 commenti

  1. Maurizio Bettiga

    Buongiorno,ho letto con intresse il suo articolo,è vero se non si ha in mente un lavoro specifico non si fa buona impressione sul datore di lavoro.A me è capitato però che nel canpo nel quale lavoro (alberghi)la ricerca sia sempre più sui così detti factotum in quanto svolgono più mansioni con stipendi miseri.In tempo di crisi gli albergatori guardano di più il loro guadagno piuttosto che il personale qualificato,così persone che hanno studiato,e fatto esperienza se vogliono lavorare devono scendere a compromessi.Mi dia dei consigli lei visto che sono 6 mesi che come aiuto cuoco non trovo nulla visto che gli albergatori cercano i così detti fctotum.
    Grazie

  2. tiziana

    articolo molto utile, ha praticamente reso certo ciò che sospettavo! dopo anni di esperienza nell’invio del cv ti adatti davvero a tutto, anche a sforzarti di stare della testa del selezionatore di turno.
    Saluti!!

  3. giuliana

    ciao MARIANGELA, il punto della QUESTIONE è sempre quello:AVERE UN OBIETTIVO o MEGLIO SAPERE QUELLO CHE SI VUOLE FARE, il problema è quando non lo si ha e quindi si è SPAESATI, DISPERATI, ANGOSCIATI…mi ha molto colpita, ieri, un video visto su YOUTUBE, di un’intervista a L’ERA GLACIALE fatta nel 2009 (programma della BIGNARDI) di MARCO SIMONCELLI e RAOUL MONATANARI, questo scrittore a proposito di MARCO diceva:MARCO appartiene alla CATEGORIA DEGLI EROI…i RAGAZZI NORMALI non sono così sono molto molto SGOMENTI,molto SBALESTRATI e non sanno cosa FARE; ed è questo che ti porta a CERCARE QUALSIASI COSA e a non OTTENERE NIENTE, io ne so abbastanza a proposito di CIO’, è come andare in cerca di una meta, ma non sai che via prendere, perchè non sai qual è la tua meta…tu CONTINUI a parlare di ESPERIENZE, CAPACITA’ ecc ecc, mi sembra che ne abbiamo già parlato una volta e te lo RIBADISCO, ma se una/o è stata/o a studiare mi vuoi dire che esperienze si è potuto fare?come può capire quello che sa fare?non si può parlare nè di esperienze, nè di competenze ma solo di CONOSCENZE…questo è un PERIODO MOLTO DIFFICILE che lo è ancora di PIU’ per chi non sa dove andare,OGGI nessuno ti dà la possibilità di “provare” un LAVORO, perchè si vuole già GENTE ESPERTA, SPECIALIZZATA, CHE NE SAPPIA PIU’ DI LORO…io l’ho visto nei miei colloqui di LAVORO, dove la COSA CHE PIU’ mi penalizzava è la mia INESISTENTE ESPERIENZA LAVORATIVA nel campo in cui mi PROPONEVO E QUANDO IO CERCAVO di far capire che lo studio non mi permetteva di lavorare c’era il GELO, solo un SELEZIONATORE ad una mia ANIMATA INSISTENZA MI HA DETTO: SI DEVE TROVARE NEL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO…è vero che chi non ha OBIETTIVI è PENALIZZATO in partenza ma è PURE VERO che il MOMENTO ATTUALE condanna molto molto, l’unica cosa che va via come il PANE sono i CALL CENTER, vengono dati indiscriminatamente a chiunque chieda LAVORO senza GUARDARE ESPERIENZE PRECEDENTI o ALTRO…quindi da una parte ci sono IO ma dall’altra PARTE ci sono PERSONE, i SELEZIONATORI, che non sono CHIARI e TRASPARENTI nel loro MODO DI FARE…un’ultima COSA è che le CONOSCENZE aiutano MOLTISSIMO, quindi chi non le ha o meglio ne VUOLE FARE A MENO si TROVA ANCORA DI PIU’ SVANTAGGIATO…

  4. Mariangela

    Cara Giuliana, è vero che nella maggior parte dei casi le aziende preferiscono persone con esperienza, meglio se specifica, rispetto a chi ha con sè solo un titolo di studio…e diciamoci la verità…perchè non dovrebbero, visto che possono scegliere?!
    Riprendendo le parole un po’ scontate ma vere del selezionatore, bisogna trovarsi al posto giusto al momento giusto, ossia bisogna cercare quell’azienda che abbia voglia di investire su un giovane da formare…che sia interessato ad avviare un contratto di stage o di apprendistato….
    Dici che non esistono? allora non ci spieghiamo tutti i giovani neolaureati che riescono ad entrare in azienda…nè tantomeno i 40enni che non riescono a collocarsi perchè hanno troppa esperienza e cercano giovani “da formare”.
    Dove sta la verità? in questo mercato del lavoro è vero tutto ed il contrario di tutto….la cosa peggiore da fare è pensare che non ci sia posto per te e mollare…o cercare senza crederci…che probabilmente è ancora peggio!
    Dal tuo racconto percepisco 2 nodi da sciogliere: sia come presentarti e valorizzarti ai colloqui…sia come utilizzare le conoscenze, i contatti diretti/indiretti che sono una delle risorse più importanti! ma qui forse hai una convinzione che lega le conoscenze alle raccomandazioni…quando non sono assolutamente la stessa cosa!il momento è più che critico…ma il rischio più forte è quello inconsapevolmente di tagliarci le gambe da soli!

  5. manuel

    Questo è l’esempio in assoluto più comune nella mia esperienza di lavoro in ambito dote ammortizzatori e coaching per disoccupati. Sono felice di constatare che la soluzione che ho proposto per tutto quel periodo (oggi lavoro come impiegato in azienda di trasporti e l’esperienza come tutor mi manca molto…) è la stessa proposta da professionisti seri e qualificati come l’autore dell’articolo. Più lettere, più cv, ma non solo, preparazione specifica a diversi tipi di colloquio di lavoro, calibrando il più possibile questo “gioco” del primo piano e dello sfondo, laddove ciò che si può lasciare “intravedere” e ciò che può essere posto in primo piano possono essere “esercitati” anche per quanto riguarda linguaggio del corpo e atteggiamento generale. Devo tornare ai viaggi e alle consegne. Mi manca molto il ruolo di coachee e invidio che continua a poterlo fare.
    Manuel Galbiati

  6. admin

    Maurizio, grazie per la tua testimonianza! qui sta a te la scelta….se vuoi un lavoro in breve tempo, visto ciò che mi dici, puoi decidere di accettare lavori meno qualificati ed accettare di fare il factotum…..ma se puoi e vuoi aspettare ed investire nel lungo termine….continua a cercare un albergo di livello, che voglia investire nella qualità!
    C’è anche una terza strada: quella di stabilire i paletti: a cosa sei disposto a rinunciare per adattarti alla situazione…e cosa è per te irrinunciabile. poi confronta le proposte che ricevi con i tuoi paletti…e fai la tua scelta!

  7. admin

    Grazie Manuel! esattamente si tratta di “giocare” con il rapporto tra figura e sfondo…..
    sono contenta che tu abbia avuto un’esperienza positiva e interessante nel coaching! buon lavoro!

  8. Elisa

    Sono d’accordo sull’ultimo punto, riguardo ai selezionatori. Un altro aspetto e’ la differenza tra potenziale ed esperienza: la maggior parte delle persone ha potenziale ma non competenza, proprio perche’ hanno studiato e non hanno lavorato nello specifico settore, con lo specifico software etc. ed evidentemente l’azienda fa fatica a perdere tempo per formare, e’ una spesa che non riescono a sostenere. I miei amici, che nel mercato del lavoro sono molto quotati e trovano in una settimana un nuovo lavoro, hanno avuto l’opportunita’ di essere formati in azienda. Altri hanno lavorato in nero prendendo contemporaneamente la disoccupazione e hanno fatto un corso regionale gratuito. Io penso che qualcuno debba aiutare in questo gap tra azienda e lavoratore. Il lavoratore dovrebbe essere formato senza spese da parte dell’azienda e da parte del lavoratore. Altrimenti le aziende non sanno come trovare la persona con le conoscenze (e le potenzialita’) adatte a loro, e il disoccupato/lavoratore che aspira al cambiamento fa fatica ad ottenere la competenza che gli viene richiesta. La mobilita’ si puo’ fare, ma appunto ci si deve poter muovere, senza fermarsi, senza passare mesi o anni senza un contratto. Qui solo lo stato o la regione puo’ intervenire. Oppure l’azienda stessa, ma si sa che solo le aziende con alto fatturato e che lavorano in un contesto ampio e internazionale possono permettersi di fare questo. Inoltre a me piace molto l’approccio nordico europeo: mandi un CV, e ti rispondono si/no e ti dicono anche il perche’. E sai 1) che l’azienda cerca veramente 2) in cosa devi formarti se le tue competenze non sono sufficienti 3)che ti rispettano come persona e come lavoratore.
    Ecco un ultimo punto: il rispetto. Rispetto per le persone, rispetto per il lavoro, rispetto per chi sta cercando lavoro.

  9. admin

    Ciao Elisa,
    sono d’accordo con le tue riflessioni….soprattutto per quanto attiene una cultura del lavoro che è carente spesso nelle aziende e in chi si occupa di selezione! probabilmente anche chi cerca lavoro
    Per quanto riguarda i paesi nordici…evidentemente non reggiamo al confronto…ed i motivi sono prettamente culturali….ma anche economici e…matematici:migliore equilibrio tra domanda e offerta di lavoro, meno cv ricevuti al giorno per selezionatore…più tempo per rispondere! ma sicuramente la cultura è il fattore più importante!
    per quanto riguarda la formazione…è vero che non siamo messi bene ma….ci sono delle risorse messi a disposizione sia dei lavoratori interinali che dei disoccupati: Parlo dei corsi finanziati (v. tutti quelli promossi dalle agenzie del lavoro, e non solo!) e dei voucher formativi offerti dalle regioni! certo bisogna cercare, ma si trovano!in bocca al lupo!

  10. Tania

    ho letto con molta attenzione questo articolo e lo ritengo davvero utile per TUTTE le persone in ricerca di occupazione. specialmente per me che sono di origine russa e di conseguenza avrei bisogno ancora di più di capire la mentalità di chi ho di fronte durante un’appuntamento conoscitivo nell’agenzia interinale o durante un colloquio con il datore di lavoro. mi è capitato proprio questo: molta esperienza nei vari settori,in Italia da impiegata commerciale estero fino a consulente d’internalizzazione delle imprese e start up nell’area Est Europea. due anni fà mi sono trasferita in un’altra zona di Emilia-Romagna, e da lì non trovo il lavoro fisso. intanto vado avanti con le mie collaborazioni occasionali (interpretariato-traduzione-mediazione culturale -ricerca e analisi mercato, spostamento di produzione tessile ecc.)ma il posto di una “semplice” impiegata non si trova. ai colloquio mi è capitato di sentire che mi propongo per una posizione che nettamente più semplice delle mie competenze..e che l’azienda non si può permettersi di investire in me e poi magari, quando troverò qualcosa di meglio, li saluto.
    dammi dei consigli per come devo fare per essere compresa e credibile?
    grazie tante

  11. Roberta

    Buongiorno a tutti, mi trovo molto d’accordo con quanto hanno scritto Giuliana ed Elisa. Mi permetto di fare anche un’altra affermazione: anche quando l’esperienza c’è, molto spesso le aziende chiedono sempre qulacosa che il candidato non è in grado di dare; mi capita molto spesso di rispondere ad inserzioni tipo “Contabile con ottimo inglese”, oppure “Contabile con Intrastat”. Premesso che sono una contabile io l’inglese non l’ho più parlato dai tempi delle scuole superiori e l’Intrastat non l’ho mai fatta. Inoltre ho anche notato un’altro aspetto negativo da parte di agenzie interinali ed aziende: quando assumono mettono un periodo di prova di 5-7 giorni! Mi domando come si possa valutare una persona in un periodo così breve (Ultimamente sono stata scartata da ben 3 aziende per non aver superato il periodo di prova in quanto era troppo breve rispetto al lavoro che avevano in arretrato). Per non parlare poi della mancanza di tatto di certi selezionatori: questa settimana mi ha chiamato un’agrenzia, ed il selezionatore mi ha domandato:”Come mai lei, nella sua carriera lavorativa ha cambiato tutti questi posti di lavoro?” giudicate Voi se un individuo che fa parte delle risorse umane e formula questo tipo di domande ad una persona che cerca un’occupazione è degno o no del posto che ricopre!

  12. admin

    Ciao Roberta,
    che io sappia il periodo di prova è proporzionale alla durata del contratto…
    ad ogni modo una settimana è veramente poca……ma mi sorge un dubbio spontaneo…possibile che 3 aziende su 3 ti abbiano scartato solo perchè non sei riuscita a fare tutto?
    come ti sei presentata e proposta? che immagine hai dato di te stessa sia a livello professionale che personale ai colleghi e ai capi? quanto sei riuscita a farti apprezzare? quanto sei stata convinta e convincente?
    se facessi selezione anche io andrei ad indagare qeusto punto…sappiamo bene che i contratti di solito sono brevi e che le aziende non prolungano per motivi economici….ma sappiamo anche che ci sono altri fattori che intervengono nella scelta aziendale..e che afferiscono sia alla prestazione che alle caratteristiche personali…
    sicuramente molte aziende e molti selezionatori sono discutibili…..ma davanti ad un copione che si ripete…non sarebbe opportuno anche mettere in discussione anche sè stessi?

  13. admin

    Cara Tania,
    la tua storia è molto esemplificativa…
    mi chiedi come fare ad essere compresa e credibile…sicuramente per prima cosa devi CREDERE nel tuo obiettivo!
    con delle esperienze e delle competenze come le tue ( molta esperienza nei vari settori,in Italia da impiegata commerciale estero fino a consulente d’internalizzazione delle imprese e start up nell’area Est Europea…) cosa ti spinge a presentarsi come “semplice” impiegata? sì, capisco che tu desideri il posto fisso…
    ma sei proprio sicura di voler sacrificare per quello le tue aspirazioni? saresti bene in quel tipo di lavoro? e per quanto tempo? dopo quanto scalpiteresti?
    Quindi fai per prima cosa chiarezza di cosa vuoi veramente…e di cosa sei disposta a rinunciare….dopodichè ti presenterai in maniera coerente, anche con il CV!
    la scelta centrale è quella tra “adattarsi” ad un lavoro, purchè fisso…oppure scegliere coraggiosamente di perseguire i tuoi sogni e le tue potenzialità…

  14. Giorgio

    Elisa non so con quali selezionatori tu hai avuto a che fare, ma a me è successo tutto l’opposto di quello che dici tu, consigliami pure quali sono i tuoi canali, magari trovassi aziende disposte ad accettarmi per la mia professionalità. Io ho 46 anni e credo che di esperienza specifica nel mio settore ne ho maturata un bel pò sia facendo corsi da autodidatta che lavorando sul campo direttamente nel mercato pubblicitario. Ma quando mi affaccio alla maggior parte delle agenzie interinali mi vien detto che se voglio lavorare e subito devo come minimo specificare che non ho esperienze in merito, troppe esperienze tecniche e di software (sono grafico pubblicitario) fanno paura all’azienda. Una figura come la mia e con la mia età ad un’azienda non conviene (io non sono d’accordo credendo che ho ancora tanto da dare e offrire, ma tant’è…). All’azienda a livello economico conviene di più prendere ragazzi appena usciti da scuola, per degli stage gratuiti o sottopagati od assumere con contratti da apprendista, e queste guarda che son risposte che mi vengono date non solo dalle agenzie interinali ma anche da aziende a cui ho fatto richiesta. L’essere flessibili, e pure disposti a spostamenti in altre città adattandosi a tutto, si vede che non paga. E magari che qualcuno ti rispondesse con un NO motivato all’invio del curriculum, più spesso o persiste il silenzio assoluto o segue la classica risposta che han già trovato il candidato (salvo poi vedere nei siti di ricerca lavoro che le aziende in questione son ancora li a cercare!!!). Altre volte e qui il rispetto non esiste proprio… si richiede l’invio online di materiale in prova, per esempio l’azienda ti fa fare la bozza di un logo, di un prodotto o altro come primo step per vedere come lavori. E dopo l’invio tanti ringraziamenti e nulla di fatto lo stesso. Salvo che tali aziende si ritrovano con una banca dati aggiornatissima di centinaia di idee, loghi e materiali eseguiti a gratis… nessuno ci pensa. Potrei darti decine di nomi… dovrebbero esser denunciati!!! All’estero nn è così, le persone sono tutelate e non c’è lo sfruttamento che c’è qui. Ho tanti amici che sono andati all’estero (Spagna, Francia, Germania) e son contentissimi della loro scelta. Io lo ammetto, ci ho pensato ma mi manca il coraggio, sai a 46 anni non è facile andar via e riiniziare tutto da capo un’altra parte, lingua, conoscenze, contatti… ma se nn troverò nulla e non cambia nulla nel frattempo, sarò costretto a farlo pure io.

  15. Tania

    cara Mariangela, ti ringrazio per i consigli.si, ho trovato un’impiego abbastanza velocemente a Modena e Bologna(tramite le agenzie interinali e senza alcuna raccomandazione), e ho fatto le mie esperienze. ma qui a Cesena, dove vivo adesso, è diverso..la zona è agricola e le mie competenze qui non valgono.dopo tanti anni di continui cambiamenti(paesi, città, impieghi ecc.) vorrei un posto fisso.ma non mi prendono. vorrei veramente capire il perchè. una volta mi hanno detto che sono troppo grande per piccole imprese, spesso di gestione famigliare, dove è molto popolare factotum, preferibilmente nell’età di apprendistato e con tante paure e complessi personali, così sono più facili da gestire.
    quando leggono sul mio CV che ho gestito un laboratorio tessile in Slovacchia composto di 74 sarte, si spaventano….
    COME POSSO FARE per trovare un lavoro qui? cancellare le esperienze “forti” dal mio CV? aiutami di capirlo! grazie Mariangela

  16. ALBERTO

    Cara Mariangela, le aziende non vogliono più investire in persone qualificate, le vogliono giovani, e chi come nel mio caso hai un età di 53 anni, anche se hai esperienza hai ormai un età da pensionato. Dopo i 40 anni le ricerche si fermano, speriamo nella pensione o in qualche posizione fuori dall’italia, ma non è facile perchi ha una famiglia qui, e come ricomincire da capo. Grazie Alberto

  17. Daniele

    Ciao, posso confermare quanto esplicita questo articolo appena letto, dal momento che sono stato coinvolto in prima persona, soprattutto nel mio ultimo lavoro. Si trattava di uno stage a 600 euro mensili presso un’importante società di consulenza, e la mansione per la quale sono stato inserito prevedeva ruoli più da informatico che da laureato in scienze economiche quale sono. Dopo un mese di pratica mi sono reso conto che le competenze universitarie e lavorative che avevo maturato eran totalmente inutili per quella mansione.. in me è maturato un forte senso di frustrazione e in più mi stavo allontanando da quello che in realtà avrei voluto fare professionalmente parlando.. quando il mio capo all’epoca mi chiese “Come ti trovi?” io risposi “Come ambiente bene, ma cosa ve ne fate di un economista per questa mansione?”. La risposta fu “Un economista serve sempre!”. Serve a tal punto che il mio contratto non venne rinnovato.. per mia fortuna però!

  18. admin

    @Tania

    Sono convinta che la strategia più funzionale non sia minimizzare le proprie competenze ma valorizzarle e proporle a chi ne ha bisogno!
    chiaramente bisogna fare i conti con la realtà che ci circonda…e con il mercato. A quanto pare non hanno bisogno di assumere una persona come te (perchè sei TROPPO per loro (a causa di paure limitanti ma purtroppo presenti in molte PMI!)ma forse accetterebbero maggiormente una tua proposta di collaborazione esterna?
    detto questo, se sei decisa ad avere un posto fisso, i risultati che hai ottenuto ci fanno capire che bisogna cambiare strategia!
    chiedimi una consulenza gratuita tramite l’apposito form…e ci sentiamo nei prossimi giorni!
    https://www.coachlavoro.com/chiedi-una-consulenza-gratuita/

  19. Ely

    Ciao Mariangela mi ha molto colpita la tua lettera!!
    Vorrei raccontarti un problema che ho!!
    Lavoro da diversi anni (7) nello stesso settore (moda) che mi ha dato moltissime soddisfazioni e mi ha permesso di avere una esperienza consolidata anche se sono ancora (per poco sob!)under 30.
    Sono sempre stata dipendente, ma vista la mia voglia di crescere sempre più a livello professionale mi piacerebbe diventare un libero professionista……ma ho trovato e sto trovando tutt’ora non poche difficoltà!!Ti Spiego:sono mesi che “provo” a cercare dei contatti come freelance, le telefonate da parte delle ditte non mancano (anzi!!) ma le aziende (dalla piccola alla grande, indistintamente)pur riconoscendo tutte le mie competenze,mi spiegano che preferiscono avere un persona con una esperienza come la mia sempre presente in azienda (e fin qui nulla da obbiettare)ma quando si arriva al “sodo” mi offrono di collaborare con loro solo con contratti a progetto da 6 mesi/12 mesi (rinnovabili ovviamente se “ci troviamo bene”),dicendomi che sono giovane e ben propensa alle collaborazioni (visto che di partenza mi propongo free) a differenza di tanti alla ricerca del “posto fisso”!!
    Onestamente non mi permettono nè di esercitare la libera professione, nè mi offrono un contratto “migliore”(purtroppo per loro io ora ho il posto fisso!!) dell’attuale che magari mi invogli al cambiamento pur restando legata ad una ditta e crescere!!
    Per ora alle loro richieste ho sempre risposto no,ma mi piacerebbe anche dire dei si!!!!
    Ti vorrei chiedere se magari cambiando strategia, posso ottenere migliori risultati!!!!!
    Grazie

  20. Luisa

    Ho trovato l’articolo molto interessante, purtroppo sembra che al giorno d’oggi, pochi ti assumono per quello che sai fare veramente, ma il mio problema più grande è che ha 50 anni non ti vuole più nessuno.

  21. me stessa

    Ma io capisco aspirazioni ma certa gente non puo’ vivere di aspirazioni…
    Io sono una di quelle che ha proprio questo problema…il fatto di avere un C.Vitae variegato…
    Ho cercto di togliere delle cose ma…
    E poi, io pur di lavorare sarei disposta a trasferirmi ma quando vedono la residenza…anche se dici di avere appoggi…e allora cosa faccio, tolgo la residenza?Ormai mando nei C.Vitae non ho problemi di maternità, orari, altro…

  22. serena

    la questione secondo me sta nel fatto che dopo svariate ricerche e invii di cv a cui non segue nemmeno una risposta, pur di trovarlo il lavoro ti adatti a tutto

  23. Giuseppe

    Ho letto con interesse l’articolo. Devo dire che posso riconoscermi in gran parte nella figura del factotum e mi rendo che effettivamente questo è un approccio profondamente sbagliato, sia perché non si ha solitamente alcun vantaggio in sede di selezione (a meno che non cerchino una capra disposta a tutto), sia perché si finisce quasi certamente per trovare qualcosa che non ha niente a che vedere con le proprie abiezioni professionali, e ciò e tanto più vero e triste, quanto più valido è il background di studi che la persona si porta dietro.

    Parlo per esperienza personale. Io sono probabilmente il classico esempio di studente modello che, scontrandosi col mondo del lavoro, non riesce a capire cos’è che non va in sede di colloquio. Per le persone timide e poco abituate alla comunicazione con scopo “auto-pubblicitario”, come me, ci si comincia a convincere che tanti anni di studio siano stati effettivamente inutili, che probabilmente quelle potenzialità viste dai professori siano valide esclusivamente nell’ambito della vita accademica. Alla fine si finisce per perdere la stima di sé, e per convincersi di essere un buono a nulla.

    Come era prevedibile, il primo lavoro che trovai (lavoro per modo di dire, dato che si trattava di uno stage non retribuito) era quanto di più lontano da ciò che desideravo fare. Inutile dire che l’esperienza durò solo alcuni mesi, con il risultato di non avere acquisito competenze spendibili e di aver perso quegli importati mesi, che seppure pochi, si andavano a sommare ai precedenti passati senza lavorare, così che senza neanche accorgermene, era praticamente passato un anno dalla laurea.

    A questo punto, fortunatamente ( o almeno credo), successe che mi trovai “al posto giusto al momento giusto”. Mi è stata data la possibilità di svolgere uno stage presso un’azienda importante, stage che continua tutt’ora e che, presumibilmente, presto dovrebbe trasformasi in un contratto di lavoro un po’ più serio.

    Nonostante ciò, non riesco a definirmi fortunato. So dentro di me che vorrei, e forse anche potrei, ottenere qualcosa di più attinente alle mie ambizioni. Sono però troppo debole per rischiare di perdere ciò che con tanta fatica ho guadagnato e ho paura di ricadere nel circolo vizioso dei colloqui di lavoro.
    So che la colpa è, in larghissima misura, mia e della mia inadeguatezza a questo stato di cose.

    Ma è questo il punto, di cui sono fortemente convito: è lo stato di cose ad essere SBAGLIATO.
    Questo include tanto il sistema d’ istruzione/universitario, che in molti casi è incapace di preparare i ragazzi al mondo “reale”, quanto l’atteggiamento delle aziende. Queste non possono pretendere che l’università formi dei tecnici perfettamente idonei a svolgere le mansioni che interessano loro; del resto, il fine ultimo dell’università deve restare quello di trasmettere cultura e conoscenza, e nonostante tutto mi sento di difendere questa sua caratteristica.
    E’ facile scegliere la persona con più competenza ed esperienza. Ma se nessuno investirà nelle persone, in breve non ci sarà nessuno a cui “rubare” dipendenti competenti e si produrranno tanti factotum disposti a tutto e senza speranze di trovare una occupazione decente.
    Riallacciandomi anche a quanto detto da qualcun’altro, è profondamente sbalgliato che non vi sia rispetto da parte degli addetti alla ricerca del personale nei confronti di chi sostiene il colloquio. Troppe volte mi è capitato di sentirmi dire “le faremo sapere”. Alle volte, ho avuto l’impressione che il mio interlocutore fosse addirittura ottimista circa l’esito del colloquio. Questa non saprei come definirla se non maleducazione.
    Non sarebbe più semplice e civile essere sinceri, invece che falsi? Non sarebbe addirittura costruttivo fornire le motivazioni relative all’esito negativo dell’ incontro?
    Supponiamo infatti che io sia un factotum e che, spinto da disperazione e/o incapacità di definire degli obiettivi concreti in ambito lavorativo, mi trovi ad affrontare un colloquio per una posizione che non mi interessi realmente o che non sia compatibile con la mia esperienza. Non sarebbe semplice e civile spiegare le motivazioni dell’esito, certamente negativo, che avrà il colloquio? Non sarebbe addirittura costruttivo fornire dei consigli utili su come affrontare gli incontri successivi?

  24. Fabio

    Non so quanto centri la mia considerazione, però la faccio.
    Credo che spesso il problema sia anche quello di far valere, nel posto in cui si lavora, le proprie competenze non solo professionali, ma anche personali, uscendo da un cliché che ti è stato applicato addosso per molto tempo, sia per questioni di formazione che per esperienza.
    Mi spiego meglio: ho sempre svolto, ufficialmente, attività di contabile e ufficio…l’ho fatto bene a detta di molti, ma controvoglia perché avrei sempre voluto lavorare in altri campi. E nonostante abbia una laurea in materie umanistiche, abbia collaborato con giornali, abbia voglia di interessarmi ad altro (voglia nel senso anche di studiare ed approfondire), questa cosa non viene minimamente presa in considerazione.
    In sostanza, se mando via un curriculum presso altre aziende viene presa in considerazione solo la mia esperienza contabile, e in un certo senso posso anche capirlo, viste che le mie esperienze umanistiche, giornalistiche e altro sono, ad eccezione della laurea, assimilabili al volontariato o poco più – leggi “collaborazioni con retribuzioni da pochi euro” – e quindi non tali da poter venire prese seriamente in considerazione.
    Nell’azienda dove lavoro mi si utilizza spesso come factotum (“tanto sai fare anche questo”, “ci sarebbe da pensare a…”) ma senza nessuna gratificazione né umana né retributiva.
    Io senza dubbio non so vendermi bene, ma non riesco a fare nemmeno quello che chiede “quanto mi date?” per ogni minima cosa che esca dai canoni del proprio contratto. Però le aziende se ne approfittano; la mia preferisce utilizzare uno come me allo stato attuale, risparmiando sullo stipendio e ovviamente rimettendoci anche in qualità invece che investire seriamente (se avessi la possibilità di concentrarmi su un solo ambito esclusivo a me gradito, se avessi la possibilità di formarmi, incentivato dalla mia azienda, di certo potrei offrire molte più competenze).
    La via del libero professionismo, alla luce di tanta passione e poche competenze (al momento), ma soprattutto di poca considerazione del mondo del lavoro per ciò che non sia strettamente operativo (le scienze umane in quest’era di crisi sono viste spesso come un lusso che un’azienda non può concedersi), non riesco a pensare di poterla praticare seriamente, visti i costi e la necessità di uno stipendio; non posso lasciare il brutto certo per un sognato incerto…
    Se avete suggerimenti, sarò ben lieto di ascoltare. Grazie

  25. admin

    @Giorgio
    La realtà che descrivi è purtroppo molto diffusa: se ti metti a competere con ragazzi con poca esperienza che costano poco, hai perso in partenza!
    è come proporre un capo firmato a chi è interessato a comprare solo una magliettina cinese|!
    tu hai titoli ed esperienze che vanno assolutamente valorizzate…e proposte a chi le sa apprezzare…..
    mi rendo conto che si tratta di cercare un ago nel pagliaio……eppure quell’ago c’è e bisogna cercarlo…o meglio bisogna farsi trovare da chi sta cercando una professionalità come la tua!
    ad esempio…ho visto il tuo sito: correggimi se sbaglio, ma mi sembra fatto in flash (che come sappiamo non è amato da google) e risalente a qualche anno fa….
    un’idea (non risolutiva, ma senz’altro utile) è quella di lavorare sulla visibilità del tuo sito e su strategie di web marketing….
    fammi sapere che ne pensi…se vuoi possiamo confrontarci anche direttamente…scrivimi a info@coachlavoro.com

  26. admin

    @Alberto
    Capisco benissimo la tua situazione, che come leggerai è comune a molti tuoi coetanei!
    la discriminazione per età è illegale, ma purtroppo largamente praticata in Italia.
    Un giovane costa meno, si pensa che apprenda più velocemente e dia meno problemi……
    però non ha quelle competenze ed esperienze che ha una persona senior”
    ed infatti i giovani si lamentano perchè gli annunci richiedono solo persone con esperienza….
    Insomma il mercato italiano è molto complesso….ma non bisogna arrendersi!
    andare all’estero può essere una soluzione…ma sicuramente non facile nè piacevole!
    Bisogna a mio avviso saper valorizzare le proprie competenze, utilizzare più strategie e canali per la ricerca, non ultima la propria rete di conoscenze!
    Infine suggerisco di valutare la possibilità di proporsi come free-lance, proponendo la propria collaborazione come esterno a più aziende….

  27. admin

    @Daniele
    certe esperienze sono utili proprio perchè ci rendono consapevoli di quali tipi di ambienti e di posizioni non sono adatti a noi!
    e meglio scoprirlo presto che non accumulare una serie di esperienze nello stesso settore che non ci piace e che poi diventano una sorta di percorso obbligato!
    In bocca al lupo per la tua ricerca!

  28. admin

    @Elena
    Grazie per la tua bella testimonianza! e complimenti per il tuo percorso professionale!
    La tua è una situazione per cui o cambi per un posto fisso “superiore” in termini di crescita professionale, tanto stimolante quanto riconosciuto economicamente,
    oppure per una reale libera professione che ti permetta di seguire anche più di un cliente!
    COme dici tu, le aziende spesso preferiscono tenersi il “talento” in casa, sia per non “disperdere” know how (più che comprensibile!) sia per latente bisogno di controllo (ebbene sì)!
    Per il tuo obiettivo non esiste UNA soluzione, ma ci sono delle strategie alternative da adottare
    1) continuare a cercare (o a farsi cercare) da nuove realtà finchè non troverai quella “giusta” per te, senza accontentarti (un po’ come quando si è alla ricerca di un partner!)
    2) ricontattare dopo 3-6 mesi le aziende che ti hanno contattato provando a riproporti, rialzando la posta in gioco
    3) presentarti in nuove aziende direttamente come consulente esterno, con un progetto ed obiettivi definiti che proponi di far raggiungere all’azienda in tot tempo, con un’offerta anche economica che sarà per loro difficile da rifiutare (anche perchè se non la accetteranno loro la accetterà la concorrenza :))

    Tienimi aggiornata sui tuoi progressi! a presto!

  29. admin

    @Luisa
    grazie per il feedback! per quanto riguarda la situazione degli over 40 – 50, ti rimando alla mia risposta @alberto

  30. admin

    @fbattistella
    Certamente bisogna essere realisti…ed è proprio il realismo che ci fa dire che chi si presenta con un CV mirato e specifico ha più probabilità
    di chi ha un percorso “variegato”! quindi dovresti per prima cosa costruire più CV coerenti con ciascun tipo di lavoro per cui ti proponi!
    per quanto riguarda la residenza, se non la indichi sicuramente sarà una delle prime cose che ti chiederanno…
    la cosa migliore da fare sarebbe, se il tuo “appoggio” è d’accordo, indicare già il suo indirizzo come domicilio..

    Fammi sapere come va la tua ricerca!

  31. admin

    @Serena
    esatto, è forse proprio questo il problema…inviare lo stesso CV a raffica per lavori completamente diversi tra loro!
    per prima cosa bisogna rendere il CV mirato (come scritto @fbattistella) e poi cambiare la strategia di ricerca!
    purtroppo rispondere SOLO ad annunci spesso non paga!

  32. Emiliano

    Ho appena letto l’articolo e descrive esattamente il mio profilo dall’inizio alla fine, almeno da settembre 2007 a ottobre 2009, il fatto di chiedere “un lavoro qualsiasi” a tutte le agenzie per il lavoro, mi ha permesso di fare mille lavori a tempo determinato (dai 7 ai 90 giorni)ma anche di poter pagare le bollette, qualche problema però, l’ho avuto quando ho chiesto, CV alla mano, “Ma non c’è niente nel mio settore?”, Vi spiego, sono diplomato all’I.S.A. sezione Restauro di RC, ho concluso il corso Post-Diploma con specializzazione, oltre alla conservazione e il restauro ligneo e pittorico, anche per la ristrutturazione edile e la pulizia del ferro e l’abilitazione a pieni voti,cosa che mi ha portato a fare 10 mesi di cantiere presso una ditta e successivamente mi ha dato la possibilità d’iniziare un’attività tutta mia, collaborando anche con alcune falegnamerie ed ebanisterie della provincia (1999-2007), poi il sogno si è infranto e da allora combatto, mi invento e reinvento ogni giorno, ho provato ad emigrare al Nord, e proprio lì, alla fatidica domanda, la risposta migliore è stata “mmm forse si, restauro, falegnameria?” e si è conclusa con un contratto per operaio lapideo in una fabrica di lastre per prefabricati, non Vi dico gli altri!

  33. admin

    @Emiliano
    ti ringrazio per la tua storia, che c conferma come chiedere un lavoro qualsiasi ti ha sì permesso di fare mille lavori, ma non IL tuo lavoro (tra l’altro bellissimo e molto raro che io sappia!)
    e non in modo continuativo!
    se ho capito bene, per 8 anni sei riuscito a lavorare nel tuo settore, poi probabilmente c’è stata la crisi che ha compromesso il settore…..
    ma ne siamo proprio sicuri? ti sei rivolto solo alle agenzie per il lavoro…o sei andato a bussare alle porte degli artigiani locali, che (correggimi se sbaglio) cercano persone
    che portano avanti l’attività ma non le trovano?
    Continua a cercare Emiliano e ad inventarti nel tuo settore! in bocca al lupo!

  34. admin

    @Fabio
    Nei processi di selezione viene solitamente premiata la prestazione e la competenza professionale specifica (ciò che hai fatto e che sai fare) rispetto a quelle personali ed alle potenzialità!
    potremmo qui discutere di quanto sia miope questo sistema…..ma purtroppo è così!
    inoltre spesso nelle PMI (non so se tu lavori proprio in una di queste) spesso si chiede alle persone di andare oltre il proprio ruolo, in quanto manca una risorsa deputata a fare quello specifico compito…e quindi si utilizzano le competenze che si hanno……questo va bene nel momento in cui a) quello che fai ti piace, b) ti piace l’azienda, c) le richieste extra non diventano superiori rispetto al tuo lavoro “prescritto”.
    Quando tu dici: non so vendermi bene…probabilmente intendi dire che non ti fai riconoscere economicamente quello che fai extra……probabilmente non sei mai riuscito neanche a chiederlo…!
    questo va saputo fare: chiedere “quanto mi date” per ogni cosa non verrebbe visto bene e soprattutto non ne caveresti granchè!
    quello che puoi fare è valorizzarti di più! come? da una parte mettendo dei limiti a ciò che accetti di fare e spiegando il perchè puoi fare X e non Y……dall’altra essendo tu proattivo ossia proponendoti per portare avanti dei progetti, che abbiano obiettivi e prezzi definiti! se accetteranno…dovranno pagarti…..se non accetteranno….non potranno più chiederti di farlo!

    per quanto riguarda il tuo sogno nel cassetto, fabio, se vuoi ne possiamo parlare in un colloquio (info@coachlavoro.com)….di certo non potresti fare un salto nel buio!
    bisogna prima di tutto individuare cosa vuoi fare, a quali esigenze puoi rispondere, a chi può interessare ciò che vuoi fare…..
    definito l’obiettivo…..bisogna costruire piano piano la casa nuova, verificare se sta in piedi e se è funzionale…. prima di trasferirti lì defnitivamente…quando il sognato è già in buona parte realizzato!
    Mariangela

  35. admin

    @Giuseppe
    Nel tuo ampio commento ho notato che hai virato da una prima riflessione sulle tue difficoltà in sede di colloquio e di transizione dall’università al lavoro (peraltro normali e comprensibili….)
    ad una critica (che tra l’altro in parte posso condividere) sul sistema universitario, sui selezionatori, ecc……
    mi chiedo quindi…a chi attribuisci la causa dei risultati che ottieni? a te o al mondo esterno?!
    è molto importante saper distinguere tra le proprie responsabilità e quelle altrui, senza accollare ad altri ciò che compete solo a sè stessi….
    mi spiego meglio: siamo d’accordo che l’università non prepara in modo adeguato al mondo del lavoro, sia per l’approccio fortemente teorico (anzichè pratico) sia perchè fornisce scarse occasioni di incontro e di collaborazione con le imprese……. è anche vero che ciascuno è responsabile della propria crescita personale e professionale! siamo noi i primi a dovere e volere investire su noi stessi e sulla nostra formazione! anche prepararsi bene ad un colloquio è nelle nostre mani….e possiamo farlo sia informandoci su libri ad hoc e sulla rete, sia preparandoci con professionisti!
    sarebbe bello hai ragione che i selezionatori dessero un feedback chiari ai colloqui….ma non è loro compito formare i candidati a sostenerlo!!!
    spesso inoltre l’esito della selezione non viene deciso in sede di colloquio, ma alla fine del processo, dopo che si sono visti più candidati e si scelgono i più idonei…
    quindi se i selezionatori ti erano sembrati ottimisti probabilmente lo erano, ossia hanno apprezzato la tua candidatura ma poi hanno scelto un’altra persona che sembrava ancora più adatta alla posizione….!

  36. giuliana

    ciao MARIANGELA,
    concordo quando dici che le AZIENDE hanno diritto di SCEGLIERE, infatti io CONDANNO me stessa perchè non ho messo IN PRATICA quello che man mano STUDIAVO…riguardo ai NEOLAUREATI CHE entrano IN AZIENDA ho i miei DUBBI o meglio bisogna vedere le CONDIZIONI con cui lo fanno, riguardo i 40 enni che cercano GIOVANI DA FORMARE, TI sarei grata se me li FACESSI CONOSCERE…riguardo i CONTRATTI DI APPRENDISTATO E STAGE, allora dal primo sono fuori per età riguardo al secondo mi dice quale aziende te lo fanno?mi dai dei LINK UTILI dove poter REPERIRE queste INFORMAZIONI?se continuiamo a parlare senza dare FONTI FONTI FONTI non serve a NIENTE…riguardo alle CONOSCENZE si è vero nel mio POST intendevo RACCOMANDAZIONI ma intendevo anche CONOSCENZE nel senso essere IMPARENTATA con qualcuno che già LAVORA nell’ambiente in cui VORRESTI INSERIRTI…certo la BATTAGLIA oggi si fa DURA anzi DURISSIMA, e devo ammettere dato che continuavo a CERCARE SENZA CREDERCI ho dovuto un attimo interrompermi per CAPIRE E RIPARTIRE…però io non CREDO che le COSE SIANO COSI’ semplici come vuoi FARCI CREDERE TU…parli di STAGE e APPRENDISTATO ma dove stanno?e poi ti PREGO consigliami qualche trasmissione TELEVISIVA dove parlano in maniera così OTTIMISTICA come fai tu o fanne una tua, sarò la tua PRIMA TELESPETTATRICE

  37. Martina

    Ciao Mariangela,
    con un pò di ritardo ma arrivo anch’ io ad esprimenre un pensiero riguardo al tuo articolo.
    Trovo che è vero, come hai scritto tu, che in questo mercato del lavoro tutto sia il contrario di tutto e che bisogna molte volte trovarsi al posto giusto al momento giusto,però è anche vero che non possiamo essere tutologi e quindi saper tutto e proporci a tutti i lavori.
    Secondo me ogni persona, soprattutto quelli che hanno già una certa esperienza lavorativa devono fare un esame delle proprie competenze, così si possono scoprire che alcune attitudini e capacità sono simili in più lavori e possono essere sfruttate.
    Se poi una persona dedice che può effettivamente fare un lavoro “nuovo” ma non ha conoscenze e compenteze in merito deve crearle attraverso la formazione, la scorperta personale e il desiderio di conoscenza.
    A presto
    Martina

  38. admin

    @Giuliana
    la realtà che ci circonda è piena di vincoli e di limiti e di cose che non vanno, così come di opportunità, risorse, cose che funzionano!
    se è vero che la bilancia propende per il primo punto…è anche vero che è sul secondo che dobbiamo puntare!
    non si tratta di essere ottimisti o pessimisti ma REALISTI: se ti concentri sulle cose che vanno male e sulle aziende che chiudono e sulle persone che entrano con le raccomandazioni,
    naturalmente ti abbatti, ti butti giù e se agisci lo fai con scarsa convinzione e strategie poco efficaci….. I risultati è facile immaginarli!
    se invece ti focalizzi prima di tutto sulle tue competenze e le tue qualità e poi ti chiedi come queste caratteristiche possono essere utili sul mercato, e le offri alle aziende che ne hanno bisogno….
    oppure ancora ti rendi conto che hai bisogno di aggiornarti e frequenti un corso anche gratuito ma valido e mirato….stai sicura che le opportunità arriveranno!

    per quanto riguarda la tua richiesta di link…di quali info stai parlando? ad ogni modo nella sezione LINK del mio sito ci sono davvero tanti siti, blog da consultare ed anche portali di annunci consigliati…poi nel prossimo articolo parleremo proprio del tema dei motori di ricerca!
    a presto!

  39. admin

    Esattamente Martina, nel tuo commento hai riassunto il messaggio che voglio trasmettere con il mio articolo!
    Presentarsi come chi sa fare di tutto corre il rischio di essere interpretato come chi non sa fare niente!
    Bisogna fare per prima cosa un bilancio delle proprie competenze, confrontarlo con le ricerche di mercato
    e poi definire un obiettivo professionale che si vuole raggiungere! sulla base di questo si imposterà il CV, la lettera e la propria attività di ricerca!
    la formazione è indispensabile per aggiornare le proprie conoscenze o acquisirne di nuove…e ricominciare!
    fondamentale investire su sè stessi! il ritorno dell’investimento, il ROI come direbbero gli economisti, è garantito!!!!

  40. pier

    ciao ragazzi,
    NO, NON VOGLIO UN LAVORO QUALSIASI!
    🙂
    il lavoro non è una cosa ce possa essere fatta indipendentemente dalla propria visone del mondo, valori, convinzioni, preferenze etc., occupa comunque una buona fetta del nostro e quindi non sono disponibile a “dare la vita” per qualcosa che non sia più che coerente con me!
    Questo non riguarda solo la situazione del mercato del lavoro italiano, anche in una situazione di perfetta correttezza dei contratti sarebbe la stessa cosa, il lavoro non è SOLO una questione di soldi 🙂

  41. Federico

    Io vorrei semplicemente lavorare onestamente e venire retribuito a fine mese. Invece mi ritrovo a 30 anni che non ho una competenza specifica (ho fatto sempre l’aiutante prima di segreteria e poi in una ditta di imballaggio) e quindi non so fare praticamente nessun mestiere! Mi posso solo proporre come tuttofare ma nessuno mi vuole perche’ qui a Napoli cercano solo gente esperta oppure ventenni. Nei call center mi proponevano solo contratti a provvigione e lo stesso dicasi per un rappresentante. In pratica mi ritrovo alla mia eta’ che sono ritenuto vecchio per il sistema lavoro e senza una competenza specifica. Ora come devo fare? Dovrei imparare un mestiere forse ma si pagano bei soldi nelle scuole di formazione e poi chi mi garantisce che dopo quest’investimento di tempo e soprattutto denaro, chi mi garantisce che riesco a trovare un posto? Corsi gratuiti qui non esistono. Se hai i soldi ti iscrivi in una scuola e impari senno’ amen. Coach o chi si trova nella mia situazione mi potete dare un consiglio? Vi ringrazio tanto

  42. admin

    Ciao Federico,
    per prima cosa mi scusa se rispondo solo ora al tuo commento!
    Sicuramente la tua situazione andrebbe valutata più nel dettaglio: perchè non mi invii il tuo CV così capisco che tipo di percorso hai fatto e posso darti consigli più mirati?
    per quanto riguarda la formazione, è sicuramente un investimento…ma pensa……quanti soldi stai già perdendo senza lavorare?
    e quanti invece ne potresti guadagnare se avessi delle qualifiche in più?!
    Ti segnalo degli enti di formazione professionali (trovati su Google!): sono tutti accreditati dalla regione campania e probabilmente avranno dei corsi gratuiti o a cui potrai accedere grazie ad un voucher della regione stessa!
    http://www.aciief.it/
    http://www.assofram.it/
    http://www.conisco.it/corsi_finanziati.html
    Cerca su google: corsi di formazione professionale – corsi di formazione finanziata – voucher formativi (tutti per la regione campania)
    e sono sicura che oltre ad enti di formazione troverai anche corsi promossi dalle Agenzie per il lavoro.

    in bocca al lupo!

  43. Federico

    Gentilissimo Admin/Coach mi fa sapere a quale indirizzo mail posso inviarLe il mio curriculum? E poi, scusi la franchezza, mi puo’ dire se questa Sua consulenza e’ gratuita? Ripeto, scusi la franchezza ma sono sincero, se e’ a pagamento non posso permettermelo. Aspetto una Sua cortese risposta e GRAZIE per la Sua gentilezza.

  44. Mariangela

    Ciao Federico!
    sì la prima consulenza è assolutamente gratuita! mandami una mail a info@coachlavoro.com e ti risponderò al più presto sul CV e sulle domande che vorrai pormi!
    a presto!

  45. fabio

    penso che bisognerebbe realizzare il lavoro piacevole
    è difficile realizzarlo

  46. luca

    Ho 51 anni e ho perso il lavoro.Ho la strana senzazione che nessuno mi cerca più Ho mandato tanti curricula .Ho un po’di paura di rimanere disoccupato e sono leggermente preoccupato.
    Tutti mi dicono che è una paura ingiustificata e
    che si risolverà presto e che non c’è nessuna ragione di preoccuparsi perchè con la mia esperienza ventennale avrò tante offerte.Sono ingegnere elettronico ,ho lavorato 20 anni come consulente informatico .Ho fatto anche molti colloqui che all’apparenza sono andati bene.Infatti mi hanno detto che ho molta esperienza e sono stupiti dalla mia vasta conoscenza però non mi prendono perchè dicono che “sono troppo esperto”.Non capisco cosa vogliono dire .Come posso fare?Togliere delle cose dal curriculum?
    Peccato che per questa piccola ‘inezia’ mi precludo ottime prospettive future.

  47. Coach

    Ciao Luca e grazie per aver condiviso con noi la tua storia. Come potrai leggere da varie testimonianze presenti nel sito, la tua sensazione accomuna molte persone che da un giorno all’altro si trovano al di fuori del mercato del lavoro, magari dopo essere stati 10 o 20 anni stabili nella loro posizione! Confrontarsi nuovamente con il mondo del lavoro che nel frattempo è cambiato disorienta molto ed è frustrante perchè sembra di sbattere con un muro di gomma. Le difficoltà di reinserimento ci sono sicuramente, e possiamo dire per esperienza che ogni fascia di età, ogni ruolo ed ogni livello di expertise ha i suoi specifici ostacoli da superare. Nel caso tuo, di una persona di elevata ed ampia expertise tecnica, c’è bisogno di ricalibrare il proprio profilo, non tanto e non solo “togliendo” dei pezzi, ma piuttosto valorizzando ciò che maggiormente risponde alle esigenze del mercato attuale. Questo significa individuare le aree chiave, i punti essenziali e metterli nella giusta luce. Se vuoi puoi contattarci chiedendo una consulenza gratuita così ci confronteremo sulla tua situazione e sugli strumenti / strategie migliori per raggiungere una posizione adatta a te e soddisfacente.

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