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Come rendere la ricerca del lavoro attiva e proficua

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Cercare lavoro è un lavoro, questo lo sanno tutti! Più difficile è capire come muoversi in maniera davvero efficace, soprattutto in un momento di crisi come questa dove le offerte di lavoro non sono affatto proporzionate al numero di persone che cercano, la concorrenza è altissima ed ogni CV inviato sembra rimbalzare su un muro di gomma…

Chi si mette alla ricerca del lavoro, di solito inizia con grande energia. Dopo aver aggiornato il CV, consulta tutti i giorni gli annunci sul web e sui giornali. In un primo momento di solito, è più selettivo nella scelta degli annunci e nei siti di ricerca…poi, se le risposte scarseggiano, comincia a cercare un po’ ovunque, senza valutare l’attendibilità dei vari siti, candidandosi anche a posizioni poco o nulla coerenti con il proprio profilo e le proprie aspirazioni.

Una ricerca così dispersiva, generica e poco mirata, raramente dà dei risultati significativi, e questo a sua volta fa aumentare sempre di più lo scoraggiamento . Qualcuno a questo punto può decidere di “scendere in campo”, presentandosi personalmente alle agenzie per il lavoro, dove però di solito si riesce solo a lasciare il CV e a fare un brevissimo colloquio, se tutto va bene...

Nel frattempo ci si rivolge anche a qualche contatto personale chiedendo se sa di  eventuali opportunità di lavoro e se può tenerci in considerazione.

Dopo questi tentativi che purtroppo nella maggior parte dei casi vanno a finire nel vuoto, si ha la forte tentazione di arrendersi e di mollare…

Visto che non ce lo si può permettere, si continua ad usare la strategia che sembra più efficace e più diretta: stare tutto il giorno (o quasi) davanti al pc rispondendo agli annunci sul web, iscrivendosi negli infiniti database…e aspettando.

Se l’attesa, come spesso accade, si rivela vana, è fondamentale mettere in discussione sia il cosa si sta facendo che il come, secondo la logica per cui “ se si continua a fare ciò che si è sempre fatto, si continuerà ad ottenere ciò che si è sempre ottenuto”.

 

Strumenti di candidatura

Per prima cosa bisogna rivedere il proprio Curriculum con un occhio critico, facendosi le seguenti domande:

  • Il mio CV si presenta in modo graficamente pulito e piacevole?
  • È sintetico?
  • Si colgono gli elementi fondamentali in un colpo d’occhio?
  • È costruito su misura di un ruolo specifico?
  • Esprime le mie caratteristiche peculiari e ciò che mi distingue?
  • Valorizza le mie competenze?

Domande analoghe possono essere fatte sulla Lettera di presentazione:

  • Descrive in pochi tratti essenziali il mio profilo?
  • Mette in evidenza le mie qualità e la mia motivazione?
  • Suscita interesse e spinge ad aprire il CV?

Se anche solo una di queste risposte fosse negativa, è quanto mai opportuno revisionare e ottimizzare i nostri strumenti di presentazione fondamentali per renderli davvero interessanti, appetibili, efficaci.

 

Strategie di ricerca passiva, semi e attiva

Se definiamo “passiva” la strategia di chi semplicemente si iscrive alle agenzie, nei centri dell’impiego e nei database di recruiting, aspettando di essere contattato, allora la ricerca di opportunità sul web o presso le agenzie che abbiamo sopra descritto, potremmo chiamarla “semi-passiva”. Se questa stessa ricerca viene effettuata in modo mirato, puntando a posizioni e settori specifici, curando i propri strumenti di candidatura come sopra indicato, la strategia diventa “semi-attiva”.

Cosa può rendere quindi la ricerca pienamente “attiva”?

Quello che fa la differenza è il modo in cui ci si propone: non come chi chiede il “favore” di essere assunto, quanto piuttosto “offre” la propria professionalità come un valore aggiunto. ù

Attivarsi nella ricerca significa quindi aver individuato da una parte cosa ci distingue (competenze), dall’altra chi può essere interessato alla nostra collaborazione (target). Significa essere consapevoli che la maggior parte delle opportunità di lavoro non emergono sotto forma di annunci, perché vengono ricercate tramite canali informali o ricoperte da contatti già noti dall’azienda o da autocandidature.

Per questo è importante promuoversi in modo “intraprendente”, contattando dei referenti interni all’azienda a cui proporsi con un obiettivo ben preciso, un proprio “progetto professionale”.

Esiste anche la strategia pro-attiva, che consiste nell’attivarsi ancora prima di essere nella necessità di trovare lavoro. Come funziona? Per prima cosa parte dalla cura del proprio Personal Branding, ossia della propria immagine professionale, online e offline, in modo tale che sia unica, riconosciuta e riconoscibile anche all’esterno.

Se siamo conosciuti come competenti, validi, specialisti in un settore, saremo ricordati e contattati da chi potrà avere bisogno del nostro apporto professionale.

In secondo luogo pro-attivarsi significa curare la propria rete di relazioni personali e professionali, creare e coltivare nuovi contatti, frequentando ambienti diversi da quelli usuali, uscendo dal recinto del nostro spazio noto e sicuro. Partecipare a corsi e seminari del proprio ambito di riferimento ed anche prendere parte ad associazioni culturali, iniziative ed eventi che destano la propria curiosità, può rivelarsi molto utile non solo per migliorare la propria qualità di vita presente, ma anche accrescere le proprie opportunità future!

 

 


di Mariangela Tripaldi
Psicologa del Lavoro abilitata, Coach specializzata nella Crescita professionale e nello Sviluppo di Carriera e Fondatrice di Coachlavoro.com.
La tua coach

© Coachlavoro 2025 - Scegli, crea, cambia il tuo futuro.

Cercare lavoro è un lavoro, questo lo sanno tutti! Più difficile è capire come muoversi in maniera davvero efficace, soprattutto in un momento di crisi come questa dove le offerte di lavoro non sono affatto proporzionate al numero di persone che cercano, la concorrenza è altissima ed ogni CV inviato sembra rimbalzare su un muro di gomma…

Chi si mette alla ricerca del lavoro, di solito inizia con grande energia. Dopo aver aggiornato il CV, consulta tutti i giorni gli annunci sul web e sui giornali. In un primo momento di solito, è più selettivo nella scelta degli annunci e nei siti di ricerca…poi, se le risposte scarseggiano, comincia a cercare un po’ ovunque, senza valutare l’attendibilità dei vari siti, candidandosi anche a posizioni poco o nulla coerenti con il proprio profilo e le proprie aspirazioni.

Una ricerca così dispersiva, generica e poco mirata, raramente dà dei risultati significativi, e questo a sua volta fa aumentare sempre di più lo scoraggiamento . Qualcuno a questo punto può decidere di “scendere in campo”, presentandosi personalmente alle agenzie per il lavoro, dove però di solito si riesce solo a lasciare il CV e a fare un brevissimo colloquio, se tutto va bene...

Nel frattempo ci si rivolge anche a qualche contatto personale chiedendo se sa di  eventuali opportunità di lavoro e se può tenerci in considerazione.

Dopo questi tentativi che purtroppo nella maggior parte dei casi vanno a finire nel vuoto, si ha la forte tentazione di arrendersi e di mollare…

Visto che non ce lo si può permettere, si continua ad usare la strategia che sembra più efficace e più diretta: stare tutto il giorno (o quasi) davanti al pc rispondendo agli annunci sul web, iscrivendosi negli infiniti database…e aspettando.

Se l’attesa, come spesso accade, si rivela vana, è fondamentale mettere in discussione sia il cosa si sta facendo che il come, secondo la logica per cui “ se si continua a fare ciò che si è sempre fatto, si continuerà ad ottenere ciò che si è sempre ottenuto”.

 

Strumenti di candidatura

Per prima cosa bisogna rivedere il proprio Curriculum con un occhio critico, facendosi le seguenti domande:

  • Il mio CV si presenta in modo graficamente pulito e piacevole?
  • È sintetico?
  • Si colgono gli elementi fondamentali in un colpo d’occhio?
  • È costruito su misura di un ruolo specifico?
  • Esprime le mie caratteristiche peculiari e ciò che mi distingue?
  • Valorizza le mie competenze?

Domande analoghe possono essere fatte sulla Lettera di presentazione:

  • Descrive in pochi tratti essenziali il mio profilo?
  • Mette in evidenza le mie qualità e la mia motivazione?
  • Suscita interesse e spinge ad aprire il CV?

Se anche solo una di queste risposte fosse negativa, è quanto mai opportuno revisionare e ottimizzare i nostri strumenti di presentazione fondamentali per renderli davvero interessanti, appetibili, efficaci.

 

Strategie di ricerca passiva, semi e attiva

Se definiamo “passiva” la strategia di chi semplicemente si iscrive alle agenzie, nei centri dell’impiego e nei database di recruiting, aspettando di essere contattato, allora la ricerca di opportunità sul web o presso le agenzie che abbiamo sopra descritto, potremmo chiamarla “semi-passiva”. Se questa stessa ricerca viene effettuata in modo mirato, puntando a posizioni e settori specifici, curando i propri strumenti di candidatura come sopra indicato, la strategia diventa “semi-attiva”.

Cosa può rendere quindi la ricerca pienamente “attiva”?

Quello che fa la differenza è il modo in cui ci si propone: non come chi chiede il “favore” di essere assunto, quanto piuttosto “offre” la propria professionalità come un valore aggiunto. ù

Attivarsi nella ricerca significa quindi aver individuato da una parte cosa ci distingue (competenze), dall’altra chi può essere interessato alla nostra collaborazione (target). Significa essere consapevoli che la maggior parte delle opportunità di lavoro non emergono sotto forma di annunci, perché vengono ricercate tramite canali informali o ricoperte da contatti già noti dall’azienda o da autocandidature.

Per questo è importante promuoversi in modo “intraprendente”, contattando dei referenti interni all’azienda a cui proporsi con un obiettivo ben preciso, un proprio “progetto professionale”.

Esiste anche la strategia pro-attiva, che consiste nell’attivarsi ancora prima di essere nella necessità di trovare lavoro. Come funziona? Per prima cosa parte dalla cura del proprio Personal Branding, ossia della propria immagine professionale, online e offline, in modo tale che sia unica, riconosciuta e riconoscibile anche all’esterno.

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