Trasferirsi all’estero per cambiare vita e trovare lavoro
Daniela vive all'estero da 5 anni, prima in Germania e poi a Londra. "Ho deciso di trasferirmi per molte ragioni: la mancanza di prospettive lavorative per una laureata Dams, la…
Daniela vive all'estero da 5 anni, prima in Germania e poi a Londra. "Ho deciso di trasferirmi per molte ragioni: la mancanza di prospettive lavorative per una laureata Dams, la…
Gioventù bruciata e senza futuro in Italia?
Forse sì e sicuramente come abbiamo detto già in altri articoli e commenti dovremmo investire molto di più in formazione ed innovazione, stimolare l’imprenditoria giovanile..ecc! se questo aspetto riguarda maggiormente la politica, in questo sito quello che vogliamo e possiamo fare, tra le altre cose, è far vedere a ciascuno nuovi spiragli di opportunità, allargare lo spazio delle possibilità individuali, stimolare percorsi alternativi per realizzarsi nel lavoro e nel business!
Per questo segnaliamo 2 iniziative che possono essere interessanti per i giovani in cerca di opportunità!
La prima è il FESTIVAL DEI GIOVANI TALENTI (TNT), che si terrà a Roma dal 17 al 21 Novembre.
La manifestazione vuole diffondere dei messaggi forti e chiari: l’esistenza di una “meglio gioventù d’Italia” troppo spesso trascurata dai mass media, la restituzione di una piena dignità al merito, la fiducia nel futuro, lo spirito di iniziativa.
Portabandiera di questa importantissima iniziativa saranno l’étoile di fama mondiale Roberto Bolle, il campione della Nazionale Italiana di Rugby Mirco Bergamasco, la cantante Malika Ayane, il fuoriclasse di pallacanestro della NBA Andrea Bargnani, l’attrice Cristiana Capotondi, l’artista Simona Atzori, il cardiologo Ruggiero Mango e l’operatrice del mondo del non-profit Selene Biffi.
Tutti giovani che, grazie alle loro storie di successo in Italia e nel mondo, confermano che con il talento, abbinato all’impegno ed alla determinazione, tutti possono raggiungere risultati importanti nei diversi settori. La loro adesione al progetto ha l’obiettivo di fornire un modello, un esempio per tutti i propri coetanei e stimolarne un processo di emulazione.
Il tutto sarà realizzato dando voce alle eccellenze nei diversi settori di attività, offrendo una visione positiva del ‘mondo giovani’ che non si riconosce nelle cronache e fornendo gli stimoli ‘giusti’ per far esprimere ad ogni giovane il proprio potenziale. Per raggiungere tale fine saranno coinvolti enti e istituzioni, aziende, associazioni di volontariato, le rappresentanze giovanili e quelle del terzo settore. (altro…)
Le fiere del lavoro, job meeting, career day sono ormai da diverso tempo punto d’incontro tra aziende che sono alla ricerca di potenziali candidati e diplomati o laureati alla ricerca di qualificate opportunità lavorative. Solitamente i Responsabili del personale o gli addetti alla selezione, tramite i loro stand o tramite meeting dedicati, le rispettive organizzazioni, illustrando le politiche di recruiting, le varie fasi del processo di selezione. A volte è possibile consegnare direttamente il curriculum alle aziende: questo vale ormai in realtà per poche aziende perché la maggior parte hanno ormai procedure di recruiting standardizzate per cui richiedono di inserire il Cv nel database aziendale.
Molti vedendo questo dicono che le aziende partecipano a queste fiere solo per farsi pubblicità…per fare employer branding come si dice in gergo!
Questa però è solo una verità parziale: in diversi casi le aziende anche se non hanno urgenza di ricoprire particolari posizioni, trovano utile incontrare possibili nuovi candidati, da contattare appena si presenta l’occasione!
Dal punto di vista di chi è in cerca di lavoro, partecipare a questi eventi è un modo per testare come si muove il mercato, capire le posizioni più richieste…e non solo! Significa anche accedere a sessioni di approfondimento su nuove professioni, laboratori di orientamento professionale sulle strategie di ricerca del lavoro e le nuove tendenze del mercato del lavoro, workshop su come redigere un cv efficace e altri ancora. (altro…)
AAA professioni artigiane cercasi!
Secondo l’ultimo studio della Confartigianato che elabora i dati del Rapporto 2010 Excelsior-Unioncamere, a fronte di circa 550.000 nuove assunzioni previste per quest’anno le aziende avranno difficoltà a coprire oltre 147.000 posti.
Le professioni più richieste sono: installatori di infissi, panettieri, pasticceri, sarti ma anche falegnami e cuochi.
Per le imprese italiane nel 2010 sarà difficile reperire il 26,7% delle figure professionali di cui hanno bisogno! In altri termini un quarto delle richieste del mercato del lavoro non risultano soddisfatte!
E questo a fronte di una disoccupazione che secondo le ultime stime tocca l’11% e che cresce significativamente per la fascia giovanile!
Come è possibile?! Forse che non si ha più voglia di imparare un mestiere?? Forse i giovani sono tutti fannulloni come dicono alcuni??
Sinceramente non lo credo! La questione secondo me è sociale e culturale! Ci hanno fatto credere che i lavori manuali stiano sparendo, che ormai non servano più e siano stati soppiantati dai lavori “intellettuali”. Ci hanno fatto credere che siano lavori molto faticosi e poco retribuiti quando invece i giovani spesso si adattano a fare dei lavoretti ancora più stancanti e senza alcuna possibilità di crescita! Ci hanno fatto credere che gli istituti tecnici e professionali dove si insegna un mestiere siano di Classe B, che ormai tutti debbano fare il Liceo e l’Università e conseguire così l’agognato “pezzo di carta”…
Senza nulla togliere al valore degli studi e della formazione (ci mancherebbe!), è necessario acquisire maggiore consapevolezza sulle esigenze del mercato e sapersi muovere di conseguenza!
Prendo spunto dall’interessante articolo di Alberoni sul Corriere sul tema “Ecco perchè chi ha talento fa fatica ad emergere“, per discutere sulle possibilità di successo che hanno in Italia le persone che valgono. Molti dicono che siamo il paese delle gerontocrazia piuttosto che della meritocrazia, dove si va avanti (se si va avanti!) solo per conoscenze e raccomandazioni, dove vige la conservazione piuttosto che dell’innovazione. E probabilmente hanno in buona parte ragione…
Alberoni spiega come la globalizzazione abbia portato ad una crisi dei “sentimenti morali collettivi” che ha colpito i particolare i giovani studenti, che “non hanno più la passione del sapere” e che si sono convinti che chi si impegna e chi merita “non verrà ricompensato”, mentre avrà successo solo “chi è spregiudicato, chi appare in televisione, chi trova protezioni politiche”.
Il sociologo paragona poi lo scenario attuale con quella dell‘Italia del dopoguerra, quando tutti volevano lasciarsi alle spalle la miseria e creare prosperità. Per farlo erano pronti a lavorare duramente: “gli operai lottavano per diventare piccoli imprenditori”, “gli studenti facevano a gara per sapere di più” in quanto “i più bravi erano subito richiesti dalle imprese”.
Evidentemente in poco più di 50 anni la situazione è a dir poco cambiata: siamo una società ormai industrializzata e “sviluppata” in cui i margini di crescita sono piuttosto scarsi e si assiste ad un ridimensionamento delle strutture, ormai diventate troppo “ingombranti” e poco flessibili.
Eppure, come dice anche Alberoni, vediamo che i giovani preparati, pronti a lavorare e ad adattarsi, trovano lavoro…ma con più fatica.
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