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Come reagire davanti ai fallimenti e agli ostacoli

Tempo di lettura 3 min

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fallimento insuccessoHo mandato centinaia di CV e non ho ottenuto risposta …. Ho fatto diversi colloqui ma non sono mai stato assunto …. Ho cercato di mettermi in contatto con quelle persone ma non mi hanno risposto … Ho aperto il mio nuovo blog ma finora ho avuto pochissime visite … Ho iniziato la mia nuova attività ma non ho avuto i riscontri che mi aspettavo…

Queste sono alcune delle situazioni che i miei clienti mi raccontano,  con un misto di emozioni che vanno dalla delusione alla rabbia alla frustrazione alla tristezza….

Quante volte sarà capitato anche a te di vivere un fallimento, di vedere deluse le tue aspettative?

Probabilmente se eri motivato non ti sei arreso subito, hai provato ad andare avanti, a crederci, ma al secondo o terzo ostacolo, davanti ad un’ulteriore disconferma, ti sei detto “Non ne vale la pena”… “Si vede che questa cosa è impossibile” …e dando la colpa a te stesso o al mondo esterno, hai mollato la presa!

Forse ti sei orientato verso una strada più facile o semplicemente più conosciuta… oppure ti sei messo sulla riva del fiume ad aspettare l’arrivo di una soluzione, un cambiamento, un’opportunità…

In sostanza, consideriamo il fallimento come un segnale di STOP: invece di fermarci, guardarci bene intorno e poi ripartire…ci fermiamo definitivamente…oppure facciamo inversione ad U e torniamo indietro!!!

Inutile dire che in questo modo difficilmente raggiungeremo la nostra meta!

Il problema è che come la volpe con l’uva nella famosa favola di Esopo, finiamo per convincerci che l’uva che tanto desideravamo in realtà è acerba e non vale la pena coglierla! Oppure diamo la colpa ai vignaioli che fanno crescere le viti così alte!

Eppure, se tutti reagissimo così, la maggior parte delle invenzioni che utilizziamo quotidianamente non ci sarebbero! Ci hai mai pensato?

Thomas Edison, imprenditore ed inventore americano, fece migliaia di esperimenti sulla lampadina ad incandescenza. Durante una conferenza stampa un giornalista gli chiese: “Mr. Edison, come si è sentito a fallire duemila volte nel fare una lampadina?”. La risposta di Edison fu:“Io non ho fallito 2000 volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato 1999 modi su come non va fatta una lampadina!".

Edison aveva compreso che non si può avere successo senza sperimentare l’insuccesso (leggi anche l’articolo: Cos'è veramente il successo e da cosa dipende?)

Il fallimento infatti è una preziosa fonte di informazioni, una risorsa per il nostro apprendimento!

Quindi ogni volta che falliamo chiediamoci:

  • Cosa potrei fare di più o di diverso rispetto a quanto ho fatto finora?
  • Che cosa devo smettere di fare perché inefficace?

Così, tornando agli esempi fatti all’inizio dell’articolo, se non ricevo risposte al mio CV, mi chiederò:

  • Come posso migliorare il mio curriculum?
  • Come posso rendere più mirata la mia ricerca del lavoro?
  • Quali canali di ricerca possono essere più efficaci?
  • Chi mi potrebbe aiutare?
  • Quali altre posizioni di lavoro, che siano coerenti con il mio profilo e richiesti sul mercato, posso prendere in considerazione?
  • Come posso presentarmi al meglio e valorizzare le mie competenze?

[Se vuoi un aiuto per rispondere a queste domande, chiedi una Consulenza gratuita a CoachLavoro!]

L’importante quindi davanti ad un fallimento è prendersi del tempo per riflettere, per trovare nuove strategie e … metterle in campo!

Come dice il proverbio: “Chi si ferma è perduto” ed è proprio così!

Solo se smetterai di agire e di provare, avrai veramente fallito!


di Mariangela Tripaldi
Psicologa del Lavoro abilitata, Coach specializzata nella Crescita professionale e nello Sviluppo di Carriera e Fondatrice di Coachlavoro.com.
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© Coachlavoro 2025 - Scegli, crea, cambia il tuo futuro.

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Quante volte sarà capitato anche a te di vivere un fallimento, di vedere deluse le tue aspettative?

Probabilmente se eri motivato non ti sei arreso subito, hai provato ad andare avanti, a crederci, ma al secondo o terzo ostacolo, davanti ad un’ulteriore disconferma, ti sei detto “Non ne vale la pena”… “Si vede che questa cosa è impossibile” …e dando la colpa a te stesso o al mondo esterno, hai mollato la presa!

Forse ti sei orientato verso una strada più facile o semplicemente più conosciuta… oppure ti sei messo sulla riva del fiume ad aspettare l’arrivo di una soluzione, un cambiamento, un’opportunità…

In sostanza, consideriamo il fallimento come un segnale di STOP: invece di fermarci, guardarci bene intorno e poi ripartire…ci fermiamo definitivamente…oppure facciamo inversione ad U e torniamo indietro!!!

Inutile dire che in questo modo difficilmente raggiungeremo la nostra meta!

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Eppure, se tutti reagissimo così, la maggior parte delle invenzioni che utilizziamo quotidianamente non ci sarebbero! Ci hai mai pensato?

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Edison aveva compreso che non si può avere successo senza sperimentare l’insuccesso (leggi anche l’articolo: Cos'è veramente il successo e da cosa dipende?)

Il fallimento infatti è una preziosa fonte di informazioni, una risorsa per il nostro apprendimento!

Quindi ogni volta che falliamo chiediamoci:

  • Cosa potrei fare di più o di diverso rispetto a quanto ho fatto finora?
  • Che cosa devo smettere di fare perché inefficace?

Così, tornando agli esempi fatti all’inizio dell’articolo, se non ricevo risposte al mio CV, mi chiederò:

  • Come posso migliorare il mio curriculum?
  • Come posso rendere più mirata la mia ricerca del lavoro?
  • Quali canali di ricerca possono essere più efficaci?
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