Fare un percorso di Coaching: una testimonianza

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Molte persone si chiedono in che cosa consista veramente un percorso di Coachinge in che modo questo possa aiutarle ad orientarsi nel mondo del lavoro, a valorizzare le proprie competenze, a fare chiarezza sul proprio obiettivo professionale…e anche su sè stessi!

Per questo ho pensato di chiedere ad un mio cliente, che ha svolto con entusiasmo e soddisfazione un percorso di Coaching breve (5 sessioni) di raccontare la sua esperienza per i Lettori di CoachLavoro.

Questo è il testo originale e integrale che, come noterete, mette in luce una delle sue principali competenze trasversali: quella di scrivere!

Innanzitutto due parole di presentazione: sono un cinquantenne disoccupato con moglie e due figli, forzatamente costretto ad abbandonare l’azienda familiare che gestivo con mia moglie. In breve la nostra parabola:  colpiti dalla crisi, drastica riduzione di fatturato, taglio spietato dei costi (incluso, con sommo dispiacere, il personale), infine (mutuo un’espressione dall’inglese il cui significato risulterà piuttosto chiaro) valutazione che tenere tutte le uova nello stesso paniere era un rischio inaccettabile, per cui io mi metto alla ricerca di altra occupazione (mia moglie si occupava delle vendite, settore chiave dell’azienda).

Dopo un’esperienza lavorativa al nero, interrottasi perché non possedevo i requisiti richiesti per la ristrutturazione dell’attività predisposta dal titolare, mi sono infine fermato a valutare TUTTE le opzioni.

Che fare? Percorro le strade tradizionali: curriculum consegnato a tutte le agenzie interinali della zona, risposte agli annunci in linea con il curriculum, passaparola, ecc. ecc.

Risultati? Quelli credo che siano sotto gli occhi di tutti coloro che si trovano nella mia situazione: limiti di età (max. 30 anni) richiesti espressamente negli annunci, contratti solo temporanei per sostituzione maternità,  qualifiche richieste non in linea con quelle possedute, migliaia di informazioni su come rendere il curriculum più efficace, sull’importanza di scrivere una lettera di presentazione ottimale, di come prepararsi a un colloquio, l’ansia cresce a dismisura, l’autostima scende in proporzione  … poi all’improvviso la domanda? Hey, ferma un attimo! Non sarà che sto affrontando il problema dal lato “sbagliato”, cioè sto cercando di adeguarmi alla situazione anziché tentare di partire da quello che io posso offrire, voglio, a cui aspiro? Perché non cercare la MIA strada?

Mi metto alla ricerca e  mi imbatto nel sito coachlavoro.com e qui cominciano le domande più svariate. La fiducia è scarsa: ai colloqui presso le agenzie ti fanno compilare il modulino, ti fanno due domande messe in croce e arrivederci … non sarà mica una di quelle “fregature” online,  dove si fanno tante chiacchiere per spillare quattrini? E allora leggo gli articoli, osservo attentamente i commenti dei lettori ai post di Mariangela e le sue risposte, controllo le fonti che cita e mi convinco che è genuina, dalla mia parte: facciamo una prova prima di gettarsi nella disperazione!

Sondo il terreno per email, ci sentiamo al telefono e stabiliamo di partire: cinque colloqui esplorativi tramite skype per definire un progetto di lavoro. Un paio di domandine chiave da parte di Mariangela durante la prima sessione e parto,  qualcosa si schiude, è un flusso inarrestabile: credo che per tutti noi semplicemente parlare di sé sia una sufficiente motivazione ma, sintetizzando, è l’opportunità che ti viene offerta di affrontare un viaggio alla SCOPERTA di te stesso che dà un senso all’avventura.

Nelle sessioni successive, attraverso il colloquio con Mariangela (sempre attenta al giusto equilibrio tra inviti alla riflessione e la tua libertà di esposizione) e una serie di schede da compilare, si arrivano a analizzare e rivalutare una serie di esperienze e conoscenze professionali del tutto sepolte e trascurate nella fretta di rispondere alle richieste “standardizzate” del mondo del lavoro. Tutto il tuo percorso lavorativo, nel mio caso composto da esperienze disparate in diversi settori, assume una luce più chiara e anche le attività professionali più risalenti nel tempo concorrono alla formazione di un quadro di competenze e qualità che non sospettavi di avere: tutto fa brodo!

Alla fine del percorso si giunge alla predisposizione di uno specifico piano di azione che tu stesso hai creato, aderente alle tue aspirazioni e che, volente o nolente,  si pone come irrinunciabile.

A questo punto credo che la domanda che tutti si porranno è “OK! Bello … allora com’è andata? Hai trovato il lavoro dei tuoi sogni?”.  La risposta è articolata: sono ancora alla ricerca, non ci sono soluzioni miracolose, i miei obiettivi sono ambiziosi e si pongono parzialmente fuori dal “sistema”.  Per chi abbia già le idee più chiare delle mie ed esperienze diverse, magari il progetto sarà immediatamente applicabile e vi consentirà di trovare immediatamente lavoro: non vi resta che provare.

Del percorso da me compiuto rimangono la consapevolezza del mio valore, dei miei punti di forza, delle mie capacità, un progetto ambizioso  e un’ipotesi di VIAGGIO: credo che già solo questo valga il prezzo del biglietto, non è forse vero che noi “esondati” (ebbene sì, tecnicamente non lo sono ma mi sento tale) ci sentiamo fermi, quando avremmo un dannato bisogno di sentirsi in movimento? Forza e coraggio, ancora non siamo dei relitti!

P.S. Un solo consiglio, per quello che vale: durante il percorso lasciate andare la parte conscia, abbiate il coraggio di progettare sogni  …  a distruggerli siete sempre in tempo, basta un attimo 😉

Cos’altro aggiungere alle stupende parole del nostro “testimonial”?

La bellezza del Coaching sta nel suo essere un viaggio di esplorazione e di scoperta, la sua forza sta nel benefico effetto in termini di autoconsapevolezza e di autostima, la sua utilità sta nell’essere concreto e nel lasciare sempre un obiettivo chiaro da perseguire ed un’azione (piccola o grande che sia…) da intraprendere…!