Come cambiare lavoro: affrontare i principali ostacoli

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Se facessimo un rapido sondaggio chiedendo alle persone se in questo momento vorrebbero cambiare lavoro, in molti alzerebbero la mano, spinti dal desiderio di uscire dalla propria azienda o dal settore in cui operano oppure dal proprio ruolo professionale. La motivazione al cambiamento però da sola non è sufficiente per attuarlo, soprattutto se, come accade nella maggior parte dei casi, è accompagnata da dubbi e paure su “cosa fare” e seguita da confusioni e incertezze su “come fare”.

Se sei arrivato fin qui, è perché stai cercando un modo per affrontare le difficoltà, emotive e pratiche, che la ricerca di un cambiamento di lavoro porta necessariamente con sé.

Il primo passo per risolvere un problema, di qualsiasi genere esso sia, è prenderne consapevolezza, riconoscere da quali elementi è composto, per poi affrontarli e superarli uno per uno.

Cosa rende insoddisfatti del lavoro?

Prima di partire con la nostra analisi, soffermiamoci a considerare quali sono le principali cause di insoddisfazione che a loro volta generano il desiderio di cambiare lavoro.

Dalla nostra esperienza, i motivi più frequenti per cui le persone si dichiarano insoddisfatte del lavoro che stanno facendo sono:

  • malessere dovuto a rapporti conflittuali con il capo e/o con i colleghi;
  • condizioni di lavoro altamente stressanti, con ritmi e orari di lavoro poco sostenibili
  • retribuzione troppo bassa rispetto alle proprie competenze e all’ impegno profuso
  • elevata fatica e frustrazione connessa alla mancanza di attitudine per l’attività svolta
  • basso livello di interesse e di coinvolgimento nel lavoro

In percentuali minori, alcuni vanno in sofferenza perché non riescono a soddisfare il proprio bisogno di autonomia, indipendenza e autorealizzazione, covando in segreto il desiderio di gestire un’attività in proprio.

Come cambiare lavoro: le prime fasi

Quante di tutte queste persone che sono insoddisfatte e desiderano un cambiamento lavorativo, poi provano davvero a fare il salto di qualità? E in quanti, alla fine, ci riescono?

Su Coachlavoro abbiamo raccolto (e continueremo a farlo!) diverse testimonianze di persone che sono riuscite a cambiare lavoro. Eppure, se le sommiamo a tutte gli esempi di “cambio lavoro, cambio vita”, che possiamo trovare in giro sul web, non possiamo fare a meno di constatare che il numero sia decisamente esiguo rispetto a quello di coloro che dichiarano di volerlo fare.

Questo perchè, parafrasando il vecchio adagio: Tra il dire e il fare c’è di mezzo il…cambiare!

E il percorso di cambiamento, come dicevamo, è piuttosto complesso e tortuoso, a partire dalle fasi iniziali, ovvero:

  • la fase decisionale, dove siamo chiamati a scegliere effettivamente quale cambiamento vogliamo realizzare;
  • la fase di start-up, ossia quando iniziamo a costruire il nostro progetto.

I primi ostacoli al cambio di lavoro

Sono 4 gli ostacoli che sin dall’inizio possono frenare tuo cambiamento professionale:

  • Paura;
  • Confusione;
  • Poca fiducia in te stesso e nelle tue possibilità
  • Sfiducia nel mercato del lavoro e negli altri.

Analizziamoli singolarmente.

Paura

Quando desideri cambiare lavoro, a farla da padrona è soprattutto il sentimento di paura nei confronti di un cambiamento così radicale e poco prevedibile. Essa, infatti, genera i seguenti timori:

  • fare lascelta sbagliata, ossia di scoprire di aver fatto “tanto rumore per nulla” perché, alla fine, la strada intrapresa si rivela quella non adatta a te;
  • fallire, ossia la paura di non riuscire a portare a termine il tuo progetto e di trovarsi “con un cerino in mano”, come si suol dire;
  • mettere a repentaglio la tua sussistenza economica (questa è una delle paure più radicate, tanto è vero che lo psicologo A. Maslow ha inserito il bisogno di sopravvivenza alla base della sua famosa piramide).

Confusione

Al posto o al fianco di tali paure si trova molto spesso un senso di disorientamento e confusione: non hai la più pallida idea di cosa poter fare di alternativo (come spieghiamo bene nell’articolo “Non so che lavoro fare, sono confuso”) oppure, come accade più spesso, hai tante idee ma molto confuse e la mancanza di focus fa rimbalzare la tua mente da una parte all’altra, proprio come la pallina impazzita di un flipper.

Poca fiducia in sé stessi

Un altro ostacolo che spunta già ai blocchi di partenza, è una scarsa (talvolta quasi nulla) fiducia nei propri meriti e nelle proprie possibilità, ovvero una bassa autostima.

A volte, però, il problema non è tanto una insufficiente percezione del tuo valore quanto una scarsa convinzione di autoefficacia, ossia di non essere in grado di farcela, di non possedere quelle competenze necessarie per cambiare lavoro.

Sfiducia nel mercato del lavoro e negli altri

Se nel punto precedente abbiamo parlato di mancanza di fiducia verso te stesso, qui ci riferiamo a quella verso il mondo esterno: in tal caso, sei condizionato da una visione del mercato del lavoro chiuso da mura invalicabili, dominato da regole che non riesci a comprendere. E’ probabile che questa percezione si sia formata e rafforzata dopo che  tu stesso o le persone a te vicine avete vissuto percorsi di ricerca lunghi e travagliati, ricevuto mancate risposte alle candidature  o classiche “porte in faccia”: incassare il colpo, andare oltre e riprovare con fiducia non è affatto banale, soprattutto se ti continui a focalizzare su ciò che non è sotto il tuo controllo.

Da cosa partire per affrontare le difficoltà

Se conosci Coach Lavoro, sai che per noi non esiste alcuna mission impossible, ma questo non significa ignorare o negare le difficoltà, ma nel prenderne consapevolezza, per trovare poi la chiave per affrontarle nel modo giusto.

Vogliamo concludere questo articolo lasciandoti alcune domande che ti aiutino ad accrescere la tua consapevolezza:

  1. Se anche tutti gli ostacoli (paura, confusione, sfiducia in te stesso e nel mercato) si palesassero insieme, varrebbe comunque la pena affrontarli? Perchè?
  2. Se è vero che non puoi essere certo di superare tutti gli ostacoli, perché sei così sicuro di non farcela?
  3. Ci sono stati degli episodi nella tua vita in cui hai dovuto scalare una montagna”, ovvero affrontare una prova particolarmente difficile? Su quali risorse hai fatto affidamento? Cos’hai provato durante la scalata? E alla fine?

Ancora: cosa cambierebbe se fossi convinto che dentro ogni problema c’è anche la sua soluzione? E che la riuscita dipende più dall’altezza dell’ostacolo o dalla pertinacia (ovvero da un mix di determinazione e perseveranza)?

Rispondi con sincerità a queste domande e facci sapere quanto ti è stato utile questo lavoro sulla tua consapevolezza professionale.

Questo articolo ha 16 commenti

  1. fabio

    Sono a spasso da 10 anni. Evidentemente come copywriter non valgo molto oppure sarà l’età (over 50) o perchè non ho un network o…le cavallette! I colloqui con consulenti del lavoro o sedicenti coach per vedere in quale altra professione/settore potessi trasferire parte del mio know how si sono rivelati infruttuosi. “Apra un blog” è stato l’unico consiglio ricevuto.In una situazione simile la benzina finisce e quelle alla fine del poste restano belle domande ma che oltre ad un indirizzo preciso (sapere cosa fare) presuppongono una forza che spesso non si ha più. Detto questo sono molto curioso di leggere il prossimo articolo.

  2. Coach Lavoro

    Fabio, quando i problemi si cronicizzano e si perde completamente o quasi la fiducia in sè stessi e l’energia per procedere, bisogna evidentemente fare un lavoro più profondo che necessita di un altro tipo di professionista, ma davvero competente. Detto questo, ci sentiamo al prossimo post!

  3. Edoardo

    Per quello che ho visto ultimamente(periodo in cui da un lato sono rimasto disoccupato dopo 16 anni e dall altro ne ho approfittato per cboare settore) a me sembra che in Italia siano le aziende e chi fa selezione che molto spesso siano chiusi a coloro che vengono da un altro settore anche se a parita di ruolo!? Non si guarda cosa sappia fare il candidato ma che prodotto abbia rappresentato. Un venditore di talento in usa o uk cambia spesso prodotto ed azienda e viene valutato per il suo potenziale ed esperienza. Qui non mi sembra..

  4. Coach Lavoro

    Edoardo è cosa nota che spesso il mercato (aziende e selezionatori) sia rigido rispetto a chi intenda cambiare ruolo e settore perchè preferiscono chi abbia già un’esperienza specifica che sia performante nel breve termine piuttosto che investire su un potenziale a lungo termine.
    Potremmo senz’altro discutere sull’efficacia di questa impostazione, ma tant’è…
    L’articolo si concentra su quelli che sono gli ostacoli interni al cambiamento, perchè è su quelli che si può agire direttamente e fruttuosamente!
    Oltre a quanto già scritto rispetto al lavoro su di sè, ci sono altre cose che si possono fare per superare gli ostacoli esterni.
    Si parte sempre dalla convinzione di chi si è, di quanto si vale e del valore aggiunto concreto che si può offrire
    Una volta chiarito questo lo si comunica con un CV efficace e mirato che metta il luce le competenze utili all’azienda, in una lettera che esprima la forte convinzione, e magari anche in una proposta progettuale che faccia intendere all’azienda che siamo già proiettati verso di essa e che abbiamo un contributo reale da portare. Inoltre bisogna ampliare i propri canali, andando oltre gli annunci e le selezioni standardizzate per proporsi, o meglio, farsi trovare dalle aziende (sto parlando di personal branding, di networking, di contatti che aprono nuove e diverse opportunità)…

  5. francesco tassone

    dopo 15 anni che cerco continuamente, ho capito che la vera mission impossible è trovare persone con una dignità con cui lavorare. Ovviamente non demordo perchè non ha senso fare statistica su qualche decina di casi, ma questa è la mia esperienza fino ad ora.

  6. Coach

    Francesco, è molo apprezzabile la tua tenacia nonostante le difficoltà! Effettivamente trovare dei partner validi e affidabili non è semplice, questo lo sanno anche gli imprenditori, che fanno fatica a trovare soci allineati con la loro vision.
    Detto questo, se è vero che il simile attrae il simile, e se è vero che non possiamo cambiare gli altri ma possiamo cambiare noi stessi, allora forse il punto di partenza è proprio questo: Noi, i nostri obiettivi, pensieri e azioni!

  7. giuliana

    Buonasera, ho scoperto Coach lavoro da poco e trovo che vi siano spunti interessanti. Innanzitutto mi congratulo per questo.
    L’ho trovato proprio perché sul web ero alla ricerca di qualcuno che potesse aver attraversato i miei stessi dubbi relativi al lavoro.
    Ho 29 anni, lavoro da 3 in una banca italiana. Non ho mai voluto lavorare in banca, gli eventi mi ci hanno portato. Appena laureata ho mandato molti curriculum, loro hanno risposto e, terrorizzata dal trovarmi senza un lavoro, ho accettato lo stage e poi un passo dopo l’altro adesso sono qui. Nel mentre ho continuato a cercare altre cose, a fare colloqui e portare CV in giro a mano, ma niente…niente partiva mentre la mia carriera in banca andava avanti. La banca era l’ultimo posto dove volevo finire ma ogni giorno cerco di trovare gli aspetti positivi (mi soddisfa molto il contatto diretto con le persone), lavoro in un ambiente molto stimolante ed i colleghi sono bravi professionisti e belle persone. Nel mio ruolo ho l’opportunità di dare una mano ad altre persone (mi riferisco ai clienti). Ce ne sono mille altri di aspetti positivi…ma io non sono soddisfatta e non lo sono mai stata.
    Anche dal punto di vista personale mi ripeto che “sei fortunata ad avere un lavoro”, “pensa chi un lavoro non lo ha”…cerco sempre piccoli mantra per cercare di appassionarmi ma niente, non sono soddisfatta e sento che voglio cambiare. Sono grata per quello che ho ma non riesco ad accontentarmi.
    Mi assale la paura di come possa essere considerato il mio background.
    Da una parte penso che il mio profilo sia appetibile solo in aziende affini.
    Dall’altra mi dico che comunque, tutto sommato, tre anni sono pochi ed io sono sempre un terreno fertile che può essere coltivato diversamente.
    Io ho imparato un sacco di cose in questi anni, moltissime competenze trasversali , affinato la mia organizzazione e il multitasking e tantissime altre ancora.
    Vorrei cambiare del tutto, cambiare settore, lavorare in azienda. Voi pensate che qualcuno possa apprezzare la mia formazione, oppure che ormai sono troppo “specializzata” (fra virgolette perché io non mi sento così).
    Grazie a chi vorrà darmi un’opinione o un a storia

  8. Coach

    Giuliana, grazie innanzitutto per il tuo apprezzamento e per la condivisione della tua storia.

    Molte persone si trovano nella tua situazione, spesso con molti più anni di carriera sulle spalle e si fanno le tue stesse domande: qualcun altro mi prenderà in considerazione? ho ancora delle chances?!
    La risposta è: avrai delle possibilità se credi di averle e se quindi per prima sei tu stessa a dartele!

    Nel tuo racconto ci sono due aspetti molto interessanti:
    1) Hai adottato un atteggiamento di gratitudine rispetto al posto di lavoro in cui ti trovi e questo non può che aiutarti a viverlo con serenità. Ma essere grati è diverso dall’essere rassegnati! Significa apprezzare il positivo che riceviamo da ciò che abbiamo nel presente…senza per questo rinunciare ad un futuro differente e migliore da costruire!
    2) Hai mostrato consapevolezza rispetto alle competenze trasversali che hai sviluppato (anche grazie all’attuale esperienza)

    Ora c’è un terzo passaggio importante da fare, ossia chiederti: a chi o a cosa posso dare il mio contributo? a chi / cosa può essere utile ciò che so fare?!
    Una volta che hai trovato la risposta, potrai proporti tu stessa per il ruolo e l’azienda che ti interessa, facendo valere le tue ragioni e al contempo ascoltando il feedback che ricevi dall’esterno per “aggiustare” il tiro.

  9. Simona

    Lavoro da 6 anni nello stesso settore e ho 34 anni.
    Ho fatto la cosiddetta scalata: prima freelance, poi due agenzie pubblicitarie (prima una italiana e poi una multinazionale) e alla fine da circa 6 mesi sono in azienda e… la detesto!
    Mentre tutti i miei ex colleghi mi dicono che ho fatto il “colpo”, io odio tutti. Mi ritrovo in mezzo a gente della mia età “vecchia dentro”, gente da 10 anni nello stesso ufficio senza un minimo di contezza di quel che c’è fuori. Gente iperaziendalista, arrivista, “sgomitona”. Gente che ride per battute alla bagaglino e si inginocchierebbe quando passa l’AD. Per capirci, mi sento Amelie Nothomb in “Stupore e Tremori” (chi ha letto il libro starà sorridendo). Un incubo, insomma. Certo guadagno di più e lavoro meno ma sono profondamente infelice. E in più sono costretta a fare la “pendolare”. Lo avevo sottovalutato, ma 100km al giorno tra a/r in macchina sfiancano. Sono così giù che sto pensando di cambiare completamente strada ma… a 34 anni e con una forte specializzazione, quando mi candido, non mi “vuole” nessuno. Fosse per me mollerei domani, ma poi penso all’affitto, al mio ragazzo che è freelance e guadagna meno di me e… desisto.

  10. valentina

    Dopo quasi 15 anni di lavoro è arrivata la tanto temuta lettera di licenziamento per riduzione di personale. La prima in tutta la mia carriera lavorativa. Mi trovo senza lavoro con un’intera famiglia da mantenere (il mio compagno è agente di commercio e vive in base alle provvigioni che prende).
    Ho inviato subito curriculum ovviamente nel mio settore: ufficio, segreteria, ragioneria…e poi per caso ho trovato un annuncio “cercasi cuoco per bar bistrot esperto in finger food”.
    La cucina è sempre stata la mia passione….ho creato un blog, fatto buffet per cene di amici ma non ho maipensato che potesse diventare il mio lavoro.
    Ho fatto il colloquio mettendomi a nudo, raccontando la verità su chi ero e su cosa mi avesse portato a fare questo colloquio.
    La persona che ho avuto di fronte mi è parsa un’aliena…Una signora pronta ad ascoltare, a comprendere e addirittura a volermi dare tanta fiducia da offrirmi di fare un periodo di prova.
    Ho la testa in balìa di mille pensieri e paure….E se sto facendo un errore?….Sarò in grado?…E se non dovesse andar bene?….Perchè rischiare così?…E se invece fosse arrivato il momento giusto per svoltare?

  11. Matteo

    Buonasera, ho scoperto questo da poco e mi è servito molto. Vorrei chiedere un consiglio su una lettera di presentazione che devo inviare. Vi spiego:
    Ho 31 anni, e per motivi familiari non ho avuto una carriera di studio facile, da diplomato in ragioneria mi sono iscritto a farmacia e da farmacia sono passato a fare l’analista di laboratorio clinico. Tuttavia non ho nessuna esperienza lavorativa come ragioniere e solo esperienza come volontario analista in ospedale perchè se non escono concorsi e li si vince non si lavora.
    E’ un anno che faccio il volontario in ospedale offrendo gratis il mio lavoro, in attesa di qualche lavoro in un laboratorio di analisi, ma questo non arriva, nonostante invio curriculum ogni giorno ormai da un anno.
    Sto maturando l’idea di cercare qualunque cosa mi faccia lavorare, stavolta non gratis, non posso fare il volontario per tutta la vita, e sto chiedendo lavoro ovunque, dal cameriere, all’operaio, al commesso.
    Vengo alla mia richiesta: Quando devo inviare una lettere di presentazione in una azienda che non si occupa di analisi di laboratorio, ma piuttosto di amministrazione, oppure commesso, o qualunque altro settore non di mia competenza, ma che non richiede esperienze, cosa dovrei scriverci?
    Vi ringrazio in anticipo per una risposta

  12. Timis

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  13. Stella

    Il problema principale e la reazione del mercato del lavoro. Come scritto in qualche post precedente, il selezionatore non investe nel potenziale ma nella produttività a breve e inoltre ci sono pregiudizi sull’età. Non di secondaria importanza la presenza dei contratti di apprendistato. Io ci ho provato, ho superato tutti gli ostacoli, logistici (ho anche cambiato città), emotivi, relazionali, economici ed è stato bellissimo. Nessun problema fino a quando si è trattato di lavorare “gratis”. Ma appena mi sono proposta per un lavoro vero…silenzio totale. Decine e decine di candidature, contatti diretti, passaparola, lettere di presentazione piene di passione e motivazione, scritte e riscritte. Nulla. Appena mi sono riproposta nel settore in cui ho esperienza e senza neanche lettera di presentazione la risposta è stata quasi immediata. Nessuno ha valutato se ho fatto per anni qualcosa in cui in fondo non dono poi così brava. Bah!

  14. Federico

    Personalmente penso che in questo momento focalizzarsi troppo su queste teorie interiori è la stessa cosa di illudersi di poter muovere un oggetto con la forza del pensiero. E’ sbagliato fare troppo locus di controllo interno quando si è pluriqualificati ma circondati da un banda di cogli***.
    In questo momento la nostra classe politica è palesemente incompetente, incapace di risollevare l’economia Italiana, che è una tra peggiori degli stati europei. (I dati parlano chiaro)
    Logicamente in un paese con una economia squallida i cittadini vivono di conseguenza. E’ inutile pensare che per “passare dall’altra parte”..mah… bisogna essere incredibilmente esperti e genialmente capaci di chissà quale extraordinaria capacità. In realtà le capacità degli Italiani spesso sono fin troppo elevate per il livello di sviluppo dell’Italia.

    Se dovete davvero investire su voi stessi imparatevi una lingua straniera e andatevene.

    Io Sono emigrato da 5 anni, e non smetto di ringraziare il giorno che ho avuto le palle di fare le valige e mandare tutti a quel paese. Sono anche contento che in Italia non sono stato giudicato all’altezza da certe capre in decine di colloqui, perchè tante delle stesse aziende sono ora sull’orlo del fallimento. Hanno Selezionato i candidati giusti a quanto pare, delle capre come loro.

  15. Davide

    Ciao, ritengo molto utile questo articolo.
    Ho 24 anni e vengo da una piena insicurezza di vita e passività, ho cambiato due corsi laurea dello stesso ambito turismo, lingue. Mi ritrovo che voglio sfruttare le potenzialità al mio interno, ma questo mondo “apparente” dell’hospitality sembra non più darmi stimoli al mia nuova personalità. Ho cercato di scegliere secondo i miei valori e bisogni e si sa i bisogni un po son comuni a tutti: avere responsabilità, successo, soddisfazioni nel lavoro ecc. Sento che sto sprecando tanto tempo facendo letteralmente nulla, vagando in giro. Ho delle idee, cioè cambiare totalmente settore, corso di laurea e sono consapevolmente che una volta intrapreso devo studiare soltanto e mettere il lavoro da parte. Ho capito che ho bisogno di crederci davvero. Non mi fido di me piu di tanto, nel senso che dopo aver lavorato e conosciuto il mondo del lavoro studiare teoria non mi gioverebbe (sebbene in aziende di ristorazione in cui ho acquisito molte competenze). Guarda mi trovo in un costante bilico, se decido di studiare , sarà quello di rimanere in campo accademico, considerando l’università come azienda. Davvero non so che scelta prendere, continuare gli studi di lingue mi farebbe sprecare energie soltanto, l’unico obiettivo sarebbe quello di prendersi la mitica “Laurea”, ma come ho detto non vorrei sprecare energie per qualcosa che tanto non mi servirà. L’unica opzione è di trovare un lavoro “accanto” che mi dia la motivazione, ma come detto non vorrei fare questi lavoretti.
    Ho già visitato psicologi e fatto un percorso introspettivo ma niente, la mossa me la devo dare io.
    Spero tu possa darmi qualche direttiva, dato che ho interessi e vorrei lavorare nel settore HR, consulenza lavoro, coaching.

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