CV efficace: caratteristiche e contenuti essenziali

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CV efficace: caratteristiche e contenuti essenziali

Negli ultimi decenni, passando dalla versione cartacea, stampata, a quella digitale, il CV ha cambiato forma, ma non la sua essenza: esso, infatti, resta uno strumento indispensabile nella ricerca del lavoro, sia che questa avvenga tramite portali di annunci che su piattaforme come Linkedin, sia attraverso una candidatura diretta. Questo documento viene sempre richiesto e proposto come sintesi ufficiale del curriculum vitae et studiorum, ovvero del percorso di vita, lavoro e studio, da racchiudere in un paio di facciate. Nella maggior parte dei casi, ovvero quando manca una conoscenza pregressa della persona, un CV efficace rappresenta quel mezzo di comunicazione che determina il proseguimento del processo di selezione e di successivo approfondimento del profilo stesso.

Alcuni percepiscono  il CV come un limite invalicabile, che non consente di far comprendere il proprio valore professionale e vorrebbero poter arrivare direttamente al contatto diretto con l’azienda per raccontare chi sono e cosa sanno fare. Questo sarebbe anche possibile se ci fossero massimo una o due persone in gioco, ma con tanti potenziali candidati interessati (e interessanti) adottare una soluzione del genere diventa pressoché impossibile!

Altri, pur comprendendone l’utilità, elaborano il Curriculum anche più e più volte, facendo fatica a trovare la chiave giusta per raccontarsi  e le parole adeguate per descriversi. Quindi optano per un CV minimal composto da nomi, date e qualche parola chiave, oppure si affidano a template (solo grafici o con compilazione guidata), senza però mai riuscire a rispecchiarsi pienamente in ciò che leggono sullo schermo.

Se ti riconosci nel primo caso o nel secondo, o anche se ti stai accingendo – magari per la prima volta – a mettere mano al tuo CV, questo articolo ti aiuterà innanzitutto a comprendere la reale funzionalità del CV, rendendolo un alleato piuttosto che un nemico! In secondo luogo, ti fornirà le linee guida essenziali per costruire un CV efficace: un documento chiaro, completo e ben strutturato.

A cosa deve assomigliare un CV efficace

Per comprendere che cos’è e a cosa serve un CV, spesso si utilizzano delle metafore. Ho scelto quelle che a mio avviso riescono meglio a mettere in luce particolari aspetti e funzionalità di un curriculum efficace.

Vediamole insieme.

CV come biglietto da visita

Quando si descrive il CV come un biglietto da visita, ci si riferisce proprio al fatto che, nella maggior parte dei casi, è il primo elemento di contatto con chi non ti conosce. Pertanto, l’impatto visivo è fondamentale per una prima impressione positiva.

A questo riguardo, quello che conta non è solo l’aspetto grafico e i colori, ma anche e soprattutto la chiarezza e immediatezza delle informazioni presentate, in modo tale da riconoscere la persona (nome e cognome) e la sua funzione (ovvero di cosa si occupa) e poterla contattare (mail, telefono, eventuali social).

NB: Se anche solo una di queste informazioni manca, oppure si confonde tra le altre, ecco che il biglietto da visita diventa inutile!

Infine, come nel biglietto da visita, anche nel CV è fondamentale l’utilizzo dello spazio, che può essere usato pienamente (considerando sia fronte che retro), ma sempre facendo attenzione ad evitare un sovraffollamento.

Cv come passaporto

Se ci pensi, il curriculum come un passaporto serve per passare da un’azienda e/o da un tipo di lavoro a un altro. Se le nazioni appartengono a uno stesso ambito, a uno “spazio comune”, il documento da presentare sarà quasi una formalità, ma se le nazioni sono distanti tra di loro (i.e. tra ruoli / settori distanti tra loro), allora è fondamentale verificare prima le regole di ingresso nel nuovo paese, ovvero quali sono i requisiti richiesti e quelli fondamentali, per essere certi di possederli e di valorizzarli adeguatamente.

Cv come spot pubblicitario

Come uno spot pubblicitario, il tuo curriculum ha solo pochi secondi per catturare  l’attenzione del selezionatore e comunicare la tua unicità rispetto alla “concorrenza”.

Molti, per ottenere questo effetto, dedicano le parti più discorsive del CV a descrivere gli aspetti più personali e motivazionali / emozionali, ma con il rischio di perdere di vista il nucleo essenziale, ovvero le competenze e il valore offerto. Proprio come succede a quelle pubblicità (come i profumi, ad esempio), in cui solo alla fine intuisci a quale prodotto facciano riferimento!

CV come vetrina

Ultima, ma non per importanza, la metafora del CV come una vetrina del negozio fa riferimento al fatto che nel CV non si può e non si deve mostrare il tuo “campionario” completo di ciò che hai fatto e sai fare, non solo perché lo spazio a disposizione è davvero limitato, ma perché rischieresti di mandare in confusione il tuo potenziale “cliente”.

Lo scopo della “vetrina del CV” è quello di mostrare solo i tuoi “pezzi forti”, il meglio che puoi offrire per svolgere quella professione, per indurre il cliente interessato (alias selezionatore) a entrare nel negozio per scoprire quello che puoi effettivamente avere di interessante rispetto alle sue specifiche esigenze.

Un CV efficace deve assomigliare a una vetrina
Un CV efficace deve assomigliare a una vetrina

Cosa non è (e non deve essere) un CV

Se le precedenti metafore sono servite a mettere in luce le caratteristiche essenziali di un CV efficace e della sua funzione, ora ci concentriamo su ciò che il Curriculum non è (e non deve essere!)

Non è un’autobiografia

Il CV rischia di diventare un’autobiografia se, per fornire informazioni dettagliate e circostanziate sulle esperienze svolte e sui passaggi fatti, la lunghezza diventa eccessiva (superiore alle 3 pagine!), e/o se arrivi fino a giustificare i motivi di ciascuna pausa, salto, trasferimento, etc.

Al contrario, il CV serve, come un trailer di un film, a fornire una rappresentazione sintetica delle tappe del tuo percorso, di ciò che hai realizzato e che hai appreso da ciascuna di esse.

Non è un profilo psicologico

Una tendenza piuttosto diffusa è quella di inserire all’interno del CV descrizioni particolareggiate del proprio carattere, in termini di caratteristiche e doti personali, oltre che della propria motivazione (ovvero di ciò che si cerca nel lavoro).

Nonostante questi siano TUTTI elementi che nella selezione devono (dovrebbero) essere presi in considerazione, non sono elementi idonei ad essere presentati e valorizzati nel CV, che non è un profilo psicologico!

All’interno del CV, vanno piuttosto privilegiati elementi concreti: esperienze fatte, progetti svolti, risultati raggiunti, eventualmente indicando anche il modo in cui sono stati perseguiti (in termini di approccio e di comportamenti).

Non è un elenco cronologico

Nonostante sia contraddistinto da una successione di esperienze (di formazione e di lavoro) in ordine cronologico (generalmente inverso, ovvero dal più recente al più remoto), il CV non deve ridursi ad un mero elenco di date, job title e nomi di aziende…

Dovrebbe piuttosto “raccontare una storia” (seppure in una manciata di paragrafi), offrendo le informazioni utili per comprendere cosa tu abbia fatto, ottenuto e appreso all’interno di ogni specifico ruolo.

Il vero scopo del CV

È vero che lo scopo di un CV efficace deve essere quello di “colpire” il selezionatore, comunicare tutte le tue capacità e qualità, e farti percepire come il profilo migliore in assoluto per quella posizione? Non proprio!

Lo scopo primario di un CV efficace è quello di favorire il primo screening e quindi di convincere chi lo legge a contattarti per approfondire i punti di interesse, emersi dalla lettura stessa.

Compreso questo, il tuo obiettivo diventa non più quello di dire “tutto”, ma “quanto basta” per arrivare al colloquio!

Analogamente, per emergere rispetto agli altri potenziali candidati, non serve tanto presentarsi come “superiori” , farcendo il CV con titoli, certificati, nomi di aziende blasonate o job title roboanti (che tra l’altro potrebbero anche non interessare all’azienda in questione, NdR), ma piuttosto mostrare coerenza tra formazione, esperienza e posizione per cui ti stai proponendo.

Cosa è davvero essenziale

Per avere un CV efficace e di impatto, non serve utilizzare una grafica innovativa e originale (a meno che tu non abbia un profilo creativo), né usare frasi ad effetto per fare “colpo” sul selezionatore, ma piuttosto essere correlato a ciò che l’azienda sta cercando e convincente, ovvero fornire prove credibili circa l’esperienza e la competenza acquisita.

Per ottenere questo effetto, bisogna innanzitutto  tenere conto di quali sono le caratteristiche essenziali di un CV efficace, poi curare tutto il processo di costruzione del CV a partire dalla fase iniziale (fondamentale in tutti i sensi) e infine sviluppare i contenuti in modo strategico. Vediamo insieme come.

Caratteristiche

Un CV efficace deve raccontare la tua storia formativa e professionale, in modo tale da dimostrare di possedere quei requisiti (in termini di qualifiche, ruoli ricoperti e attività svolte nei rispettivi contesti organizzativi e di business) coerenti con il profilo che intendi rappresentare (Account, Marketing manager, ecc).

Deve pertanto presentare le ragioni per cui ritieni di essere la “persona giusta” per quel ruolo, in termini di conoscenze (quello che sai), capacità (quello che sai fare) e risultati che hai già ottenuto nelle diverse esperienze di lavoro (e non solo). Pertanto, ciò che deve caratterizzare il CV è:

  • chiarezza nella struttura (ovvero nella suddivisione delle varie sezioni) e nei contenuti. Per ottenerla, ti suggerisco di utilizzare frasi brevi, termini specifici ma comprensibili e di evitare lunghi giri di parole, espressioni troppo generiche ed anche l’uso di sigle e termini tecnici (che vanno preferibilmente esplicitati);
  • leggibilità, che si ottiene primariamente grazie alla formattazione. Scegli con cura il font (Arial, Calibri, Garamond, Helvetica, Roboto, o Verdana) e la relativa dimensione (ottimo quello tra 10 e 12 pt), usa il grassetto per le parole chiave e mantieni uno spazio sufficiente tra le righe e i paragrafi, evitando i cosiddetti “muri di testo”. A livello di testo, punta ad una scrittura fluida, con frasi concatenate in modo logico tra loro;
  • cura della forma, sia a livello visivo che di contenuti. Per evitare che chi apre il tuo Cv abbia un impatto di confusione e disordine (che di certo non comunicano grande professionalità!), è sufficiente un semplice file di testo ben strutturato (con titolo, paragrafi, punti elenco) e pulito nella formattazione. Infine, bisogna evitare refusi, errori ed “orrori” grammaticali;
  • coerenza, che significa mostrare un “filo rosso” che unisca e dia senso alla tua storia formativa e lavorativa. Per ottenerla, seleziona le informazioni per comunicare il grado di competenza e di padronanza del ruolo per cui ti proponi.

A proposito di quest’ultimo punto, come abbiamo scritto sul sito nell’articolo “Voglio un lavoro qualsiasi”, chi si presenta con un profilo coerente e riconoscibile (potremmo dire, in termini di marketing, un brand), ha senz’altro maggiori probabilità di trovare un lavoro di “qualità” in linea con le proprie aspettative e legittime aspirazioni.

Evita quindi di presentarti con un CV qualsiasi per chiedere un lavoro qualsiasi, ma scegli il tuo target principale (in termini di ruolo / area professionale) e proponiti in modo mirato per rispondere alle  caratteristiche richieste da quella specifica posizione.

Questo significa selezionare cosa inserire e soprattutto (visto che il tuo titolo di studio e le posizioni di lavoro che hai ricoperto in passato non possono essere modificate!), come presentarle e con quale taglio raccontarle.

Per fare degli esempi, se ti stai candidando per un ruolo manageriale rispetto ad uno esecutivo, se vuoi evidenziare le tue competenze di analisi dei dati rispetto a quelle organizzative, quelle tecniche della funzione rispetto a quelle più gestionali, allora presenterai maggiori informazioni e sui primi rispetto che sui secondi. Ciò di cui fornirai più dettagli avrà maggiore peso e riceverà maggiore attenzione dal selezionatore.

Costruzione di un modello di CV efficace
Costruzione di un modello di CV efficace

Costruzione

Per costruire un CV efficace, differentemente da quanto si potrebbe pensare, non si parte da un foglio bianco, né da un template, né da un modello precompilato!

Il processo di costruzione si fonda su una scelta ben precisa, da fare a monte, ovvero sul tipo di ruolo che intendi ricoprire, che implica determinate responsabilità e richiede specifiche competenze.

Definire il tuo obiettivo lavorativo serve a definire il taglio da dare al CV, ovvero la prospettiva da cui raccontare il tuo percorso formativo e professionale.

In base a questa prospettiva, cambia il profilo professionale che presenti, gli elementi (esperienze, attività, progetti, risultati, qualifiche, corsi, ecc) che inserisci e quelli che ometti e infine cambia il linguaggio e le parole che utilizzi.

Infatti, differentemente da quanto si crede solitamente, non esiste un solo modo per raccontare un percorso di carriera. Sulla tua storia (sì, anche sulla tua!) si possono costruire racconti differenti e analogamente credibili.

NB: Presumibilmente su alcuni avrai più elementi e carte da giocarti rispetto ad altri, ma starà a te scegliere su quale puntare!

Ecco ora in sintesi gli step da seguire per la costruzione di un CV efficace per davvero:

  1. scegli il tuo obiettivo professionale sulla base di un’analisi delle tue competenze e preferenze professionali e del confronto con il mercato,
  2. ripercorri a ritroso tutto il tuo percorso formativo, professionale ed anche extra professionale. Usa un file – canovaccio dove annotare tutto ciò che emerge dal tuo flashback.
  3. parti dal macro e procedi nel micro: elenca prima tutte le esperienze di studio, quelle di lavoro e infine quelle extra-professionali. Poi, per ciascuna, esplicita le attività svolte, conoscenze e capacità acquisite, progetti svolti e traguardi raggiunti.
  4. seleziona gli elementi (macro e micro) che risultano maggiormente allineati al tuo obiettivo (punto 1): quali sono più coerenti e significativi?
  5. elabora i contenuti seguendo le indicazioni della prossima sezione
  6. sistema gli aspetti grafici e la formattazione
  7. Rileggi / fai rileggere il tuo CV per verificare che rispecchi le caratteristiche che abbiamo elencato sopra, ovvero: chiarezza, leggibilità, cura della forma e coerenza.

Contenuti

Anche nel CV, come nella Comunicazione, possiamo affermare che “Content is king”, ovvero che il contenuto è sovrano rispetto al resto (che rappresenta un contorno).

È ciò che vuoi comunicare, in base al posizionamento prescelto, a determinare la forma del CV (in termini sia di grafica che di sezioni da utilizzare) e non viceversa!

Prima di entrare nel merito dei contenuti essenziali da inserire e di quelli opzionali, ci tengo a precisare un aspetto di fondo che viene generalmente trascurato tra le linee guida di un CV efficace che puoi trovare online: quello che conta maggiormente nel CV non è tanto “dichiarare”, ma mostrare cosa sai fare e quanto bene sei in grado di farlo, attraverso la descrizione di “fatti”, come si dice Show, don’t tell”.

Fatta questa dovuta precisazione, vediamo ora insieme quali sono le tipologie di contenuto essenziali, che non possono assolutamente mancare e infine gli elementi opzionali da inserire.

Dati personali

Servono per identificarti, collocarti geograficamente e contattarti. In questa sezione, collocata generalmente nell’intestazione del CV, è sufficiente inserire: nome e cognome, città in cui abiti, indirizzo mail e contatto telefonico principale. Non è necessario invece indicare (salvo ove espressamente richiesto, ad esempio in caso di concorsi o bandi) l’indirizzo completo di domicilio / residenza, luogo e data di nascita.

Profilo / sintesi iniziale

Rappresenta la sezione core del CV. Eppure, nel 90% dei casi, viene bypassata oppure ridotta a poche righe introduttive o ad una generica dichiarazione di ottime qualità personali e di forte motivazione lavorativa. Invece il profilo iniziale costituisce la cornice di riferimento all’interno della quale viene letto tutto il resto del CV.

Qui puoi racchiudere quegli elementi professionali che dimostrano che tu sia un candidato valido e credibile per la posizione per cui ti proponi: dall’esperienza pluriennale nel settore alle specifiche competenze di ruolo / funzione, dalle qualifiche conseguite alle soft skills rilevanti per la posizione stessa.

Questa sintesi, definita anche summary o abstract, fornisce quindi un’anteprima su ciò che poi il lettore troverà dettagliato all’interno del CV, che serve quindi per argomentare e dimostrare concretamente quanto dichiarato nel profilo.

Esperienze formative (oppure Istruzione / Formazione)

Questa sezione raccoglie i principali titoli di studio che hai conseguito, ma anche le qualifiche professionali, certificazioni in corso di validità, convegni, corsi di formazione o aggiornamento. Se la lista inizia a farsi lunga, il rischio è quello che l’attenzione di chi legge si disperda (o che salti proprio la sezione), senza notare magari proprio quel corso o quella certificazione che avrebbe potuto fare pendere la bilancia a tuo favore!

Per questo, è indispensabile fare una selezione, chiedendoti: Quali tra i titoli / corsi conseguiti sono più rilevanti per la posizione a cui ti stai proponendo? Quali i più recenti?

NOTA 1: Se fosse proprio la varietà di discipline che hai approfondito e l’ampiezza delle tue competenze a rappresentare gli aspetti per te differenzianti, allora potresti suddividerli per categoria / materia (es: Qualità, Ambiente, Sicurezza, ecc).

NOTA 2: Se sei un profilo junior, oppure un neodiplomato/neolaureato senza esperienza di lavoro, questa è senz’altro la sezione più importante del CV, seconda per importanza solo al profilo / summary iniziale). Quindi puoi ampliarla maggiormente rispetto ad un profilo senior. Non aver timore di citare qui anche le materie del tuo corso di studi, eventuali workshop, project work, tesi di laurea, ecc. Il criterio da utilizzare è sempre quello dell’attinenza rispetto alla posizione / funzione (marketing, controllo di gestione, ecc) per cui ti stai proponendo. Qui potrai citare anche eventuali esperienze di studio all’estero, mentre i tirocini e/o le collaborazioni effettuate durante il percorso formativo possono andare di diritto nella sessione successiva.

Esperienze lavorative (o Esperienze professionali)

Questa sezione, generalmente la più corposa del CV (tranne che ovviamente per i profili junior), raccoglie la descrizione dei ruoli che hai ricoperto, con relativa indicazione del periodo di riferimento (nella modalità “anno – anno” oppure “mese/anno – mese/anno”) e dell’azienda / organizzazione presso cui hai operato. Rispetto a quest’ultima, può essere utile aggiungere anche una presentazione sintetica dell’azienda, perché serve a identificare non solo il tipo di settore e di business, ma anche la complessità organizzativa affrontata. Per fare questo, sono sufficienti 1 o 2 righe: eccedendo questa misura, rischieresti di valorizzare più l’azienda che quello che tu fai / hai fatto al suo interno!

Altro dettaglio fondamentale è il titolo della posizione. Se ti sei già dedicato alla fase di analisi del posizionamento, ti sarà più semplice trovare il job title più corretto per identificarti, senza temere, eventualmente, di modificare quello “ufficiale” se non ti rappresenta pienamente, oppure se rischia di essere non compreso o frainteso al di fuori dell’azienda.

Per quanto riguarda, infine, la descrizione del tuo ruolo, quello che conta non è descrivere nei minimi particolari ciò che fai / hai fatto, gli strumenti e le procedure applicate, ma piuttosto far comprendere la tua collocazione all’interno dell’organizzazione e il tuo ambito di responsabilità. Poi potrai dettagliare le attività più coerenti e rilevanti rispetto alla posizione da ricoprire, che a loro volta vanno a dimostrare il possesso delle competenze che hai dichiarato nel profilo iniziale.

Competenze linguistiche

In questa sezione vai ad indicare quali lingue conosci, con il relativo livello di conoscenza. Riguardo a quest’ultimo, non è necessario (anche se utile) possedere una certificazione ufficiale, in quanto si tratta solo di un’autovalutazione da effettuare in base agli standard Europei (dal livello A1 al C2). Ti suggerisco di inserire sempre qui (e non ad esempio nella sezione delle Esperienze formative) sia eventuali corsi / lezioni di lingua svolte, oltre che eventuali attestati o certificazioni. In questo modo, tutte le informazioni relative alla conoscenza delle lingue sono contenute in un unico posto.

Competenze informatiche (e/o tecniche)

Qui puoi inserire i pacchetti applicativi, software gestionali, grafici e linguaggi di programmazione sai utilizzare, specificando anche un’autovalutazione del relativo livello di padronanza (utile ma non essenziale). Per quanto riguarda le certificazioni, vale quanto scritto per le competenze linguistiche.

È possibile accorpare questa sezione con quella delle competenze linguistiche se e solo se nessuna delle tue tipologie di competenze risulta rilevante per il tuo profilo professionale. Per fare un esempio, se lavori nel turismo oppure nel commerciale estero, ad esempio, varrà la pena tenere bene in evidenza la sezione relativa alle lingue; analogamente per quanto riguarda un Developer o un Solution Architect, sarà necessario distinguere e tenere in evidenza le capacità in ambito IT.

Informazioni aggiuntive

All’interno di questo cappello puoi collocare una miscellanea di informazioni, che non sono tanto rilevanti da meritarsi un posto “d’onore” nelle altre sezioni, ma che comunque può essere utile citare: brevi collaborazioni, esperienze extra-professionali, paesi visitati, attività associative o di volontariato, hobby e interessi.

Qui puoi indicare anche dati opzionali quali: disponibilità a trasferte e trasferimenti (in Italia e/o all’estero), possesso di patenti di guida e data di nascita (esatto, indicare la tua età NON è obbligatorio).

Disclaimer: il fatto che si tratti di una sezione “mista” non significa che debba diventare…un cestino per i rifiuti indifferenziati! Il criterio da utilizzare è sempre lo stesso, ovvero indicare ciò che è pertinente rispetto al tuo obiettivo professionale.

Ad esempio, la pratica pluriennale di uno sport può diventare un fattore rilevante per presentarti per collaborare con un brand di abbigliamento sportivo, l’aver viaggiato in mezzo mondo o aver soggiornato a lungo in un paese estero può essere un fattore rilevante se ti proponi come Export Manager, l’attività all’interno di un’associazione dà un fondamento più concreto alla tua candidatura presso un Ente del Terzo Settore, e così via.

Autorizzazione al trattamento dati

In calce al CV inserisci sempre l’autorizzazione al trattamento dei tuoi dati personali  ai fini della selezione, per permettere ai recruiter di contattarti direttamente. Infatti, anche se non si tratta di un elemento obbligatorio, per poter usare i dati per contattarti, i selezionatori dovrebbero prima chiederti il rilascio del consenso, e questo passaggio potrebbe di fatto rallentare se non ostacolare il processo di selezione. Per approfondire, leggi anche questo articolo molto dettagliato sul tema.

La dicitura che puoi utilizzare, che fa riferimento sia al Decreto Privacy italiano, tuttora in vigore, che al recente GDPR europeo, è la seguente:

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi ai sensi del Decreto Legislativo 196/2003, coordinato con il Decreto Legislativo 101/2018, e dell’art. 13 del GDPR (Regolamento UE 2016/679) ai fini della ricerca e selezione del personale.

Cosa è opzionale

Dopo aver illustrato le informazioni essenziali da inserire in un CV efficace, procediamo con l’esaminare quegli elementi che non sono prioritari né tantomeno obbligatori e che vanno inseriti solo se e quando possono rappresentare un elemento differenziante.

Soft skill

Diversi CV presentano una sezione dedicata alle competenze trasversali possedute, indicate o sotto forma di elenco (Comunicazione assertiva, Empatia, Precisione, Organizzazione), talvolta accompagnato da una scala graduata per indicarne il livello di possesso, oppure in una versione estesa (con una breve descrizione della skill stessa). Nonostante l’effettiva rilevanza di questo tipo di skill sulle performance lavorative, presentarle sotto forma di elenco non fa davvero la differenza su un CV, a maggior ragione visto che gli elenchi presentati tendono ad essere tutti piuttosto simili tra loro!

Inoltre, un’autovalutazione di questo tipo non è considerata credibile dai selezionatori, che apprezzano decisamente di più, come indicato sopra, che queste competenze siano dimostrate attraverso le attività svolte (sia nel lavoro che al di fuori) e i risultati raggiunti.

Hobby & Interessi

Si tratta di una sezione “interessante” nella misura in cui gli elementi inseriti servono a completare il tuo profilo professionale, in quanto mostrano qualcosa in più su di te, su ciò che ti interessa o ti piace fare e con le attività che svolgi (o hai svolto in passato) nel tempo libero. Quindi utilizzala solo per comunicare informazioni specifiche e di valore, e non per scrivere qualcosa “tanto per” riempire uno spazio.

In altre parole, puoi evitare di inserire elementi generici e scontati quali viaggi, cinema, libri. Puoi invece indicare i viaggi svolti in Oriente e/o la tua conoscenza della cultura orientale se ti stai proponendo come Export Manager per l’Estremo Oriente (a maggior ragione se non hai esperienza pregressa su quest’area).

Progetti / Risultati

Sotto ciascuna esperienza lavorativa (soprattutto per quelle più recenti e/o significative) può essere utile indicare eventuali progetti a cui hai partecipato o iniziative a cui hai contribuito, dall’implementazione di un nuovo software gestionale alla proposta di un volontariato aziendale. Si tratta quindi di attività che rappresentano un “extra” rispetto alle normali attività quotidiane, pur essendo correlate ad essa e che sono tanto più interessanti quanto più ti consentono di mostrare il tuo potenziale, ovvero una o più abilità che non fanno parte del tuo ruolo attuale, ma che rappresentano un margine di sviluppo per il futuro.

L’ho inserita nella sezione “Opzionale” perché pur trattandosi di informazioni interessanti, non sono effettivamente essenziali.

Stesso discorso vale per la dichiarazione di eventuali risultati che hai conseguito o che hai contribuito a conseguire grazie alle attività quotidiane svolte o ai progetti “extra” implementati: può trattarsi di risultati di tipo quantitativo (es: % aumento del fatturato in una certa area o riduzione dei costi di magazzino) oppure qualitativi (es: maggiore collaborazione all’interno del reparto).

Diverse guide sul Curriculum stressano particolarmente l’importanza dei risultati, che servono effettivamente per dare evidenza al tuo valore, ma che di fatto non sono applicabili a tutti i ruoli (in particolare alle figure più operative).

Come sempre, se non trovi nulla da dichiarare, piuttosto che cercare di imbastire qualche frase general generica (es: Ho completato le attività nei tempi previsti), è decisamente preferibile concentrarti sul fornire maggiori dettagli rispetto alle attività svolte quotidianamente, magari indicando gli strumenti che utilizzi o la tipologia di interlocutori (clienti business, fornitori esteri, ecc) con cui ti interfacci.

Template & Font

Molti sostengono che sia fondamentale avere un CV “bello”, che “faccia colpo sul selezionatore”, mentre un Curriculum poco attraente visivamente rischia di “perdersi” tra gli altri CV e di finire per essere scartato senza neanche essere letto. La convinzione che l’estetica rappresenti il fattore primario di attrattività (o meno) del CV porta di conseguenza a concentrare l’attenzione sugli aspetti grafici e a distoglierla invece su ciò che conta davvero: il contenuto !

Per questo, ho inserito il template o modello grafico tra gli elementi non prioritari nel CV.

Questo non significa chiaramente trascurare l’aspetto estetico e presentarsi con un CV abbozzato (anche perché tra le caratteristiche fondamentali del CV abbiamo indicato la cura della forma ). Ciò che conta è piuttosto scegliere un template che consenta di contenere in modo adeguato il testo, senza comprimerlo ma piuttosto rendendolo il più leggibile possibile. Tanto più un template è semplice, pulito, privo di fronzoli (e di tabelle / caselle di testo), più sarà fruibile sia per chi legge ma anche per chi lo scrive!

Per quanto riguarda il colore del font, ti suggerisco di usare sempre classico nero o grigio antracite, mentre per eventuali colonne laterali o cornici, puoi abbinare un secondo colore a tuo piacimento, ma non di più.

Altro

Altri elementi non obbligatori sono:

  • la foto (da inserire solo se espressamente richiesta)
  • l’indirizzo esatto di residenza/domicilio (è sufficiente indicare la città)
  • allegati quali certificati o attestati di qualifica o di partecipazione a corsi di formazione

CV efficace in sintesi

Quello che conta in un CV efficace è che ci sia tutto l’essenziale per presentare il tuo profilo, descrivendo in modo chiaro e coerente ciò che hai da offrire per quella posizione e per quell’azienda. Questo significa focalizzarti prima sul contenuto e poi sulla forma, evitando di disperdere energie inutili per cercare di far entrare il tuo percorso e le tue caratteristiche uniche all’interno di rigidi standard e di clichè.

Un vero CV efficace deve risultare semplice ma non semplicistico, breve ma non stringato, che non minimizzi o non dia per scontato ciò che hai fatto e che hai appreso ma che aiuti ad esplicitarlo nel modo più chiaro possibile

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